Critica da Antikitera.net: Falsità televisive sul Cristo Storico

lettera a Roberto Giacobbo

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  1. .Dante.
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    Nuova serie di Voyager, nuova serie di critiche. Naturale. Se da una parte molti utenti elogiano e manifestano apprezzamenti alla trasmissione e ai suoi contenuti, qualcun'altro manifesta dissenso, inviando una lettera (lunghissima) al conduttore, denunciando falsità e reticenze. Quanto segue è un articolo/critica della puntata andata in onda il 12 settembre di Voyager sul tema "Gesù: una storia inventata?" dal sito Antikitera.net.

    Falsità e reticenze televisive sul Cristo storico

    Nella puntata del 12 settembre 2011 della trasmissione televisiva "Voyager" è stato presentato un servizio sul "Cristo storico" a seguito del quale non ho potuto fare a meno di inviare la sotto riportata lettera al conduttore R. Giacobbo.
    Inutile nascondere la delusione nel dover constatare che perfino il conduttore di una trasmissione televisiva che ritenevo "non allineata", non ha avuto il coraggio di "alzare la testa". "Giro" volentieri la lettera, pensando di fare cosa gradita ai miei lettori, estimatori ed iscritti alla mailing list e prego tutti di diffonderla a propria volta nei propri blog e siti web, contribuendo così a dare sostanza ai nostri sforzi nella lotta a favore della storia e della verità.

    Egr. dott. Giacobbo
    Sono Giancarlo Tranfo, curatore del sito web ww.yeshua.it ed autore del saggio
    "La Croce di Spine- Gesù: la storia che non vi è ancora stata raccontata" edito
    dalla Chinaski di Genova nel 2008 ed attualmente in ristampa perché esaurito.
    Quando uscì il mio libro gliene inviai una copia.
    Tempo fa deve averle scritto qualche mio lettore suggerendole un mio possibile
    coinvolgimento su tematiche inerenti il Cristo storico ma, come purtroppo ho
    avuto modo di costatare nel servizio su tale argomento della puntata di Voyager
    del 12 settembre u.s., la metodologia scientifica applicata all'analisi
    storica non sono di casa nella sua trasmissione.
    Abbiamo sentito dire che nessuno può dubitare dell'esistenza storica di
    Cristo, quando invece esiste un'immensa letteratura post illuminista che
    afferma e dimostra il contrario.
    Abbiamo sentito dire che Tacito e Giuseppe Flavio offrono prove documentali
    dell'esistenza del Cristo dei vangeli ma non era presente chi avrebbe potuto
    dimostrare- prove alla mano- che in entrambi i casi si tratta di vergognose
    interpolazioni ascrivibili al III- IV sec d.c. per le quali, soprattutto con
    riguardo al secondo, è straordinariamente evidente la paternità di Eusebio di
    Cesarea.
    Che dire, poi, della sinagoga di Nazareth datata al III sec. d.c. sotto la
    quale "sicuramente ci sarebbero i resti di una sinagoga precedente"?
    Peccato, caro dott. Giacobbo, che nel I secolo Nazareth ancora non esisteva e
    fu creata nei secoli successivi per giustificare il titolo di "Nazareno" dovuto
    all'appartenenza del "messia" ad un ordine religioso e militare a sfondo
    rivoluzionario. Peccato che c'è solo una città nelle vicinanze del lago di
    Tiberiade, a corrispondere perfettamente a tutte le descrizioni estrapolabili
    dai racconti neotestamentari.
    La città è Gamala:
    - con una sinagoga del I secolo;
    - collocata in cima a un monte;
    - sul ciglio di un precipizio;
    - nei pressi del lago di Tiberiade
    - ad est del lago stesso (secondo alcuni dettagli dai quali si può ricostruire
    la dinamica degli spostamenti di Gesù e dei suoi discepoli).
    Tutto questo mentre Nazareth:
    - come già detto ha una sinagoga del III secolo;
    - non si trova in cima ad un monte ma in pianura;
    - non si trova sul ciglio di un precipizio;
    - è ben lontana dal lago di Tiberiade (35 Km di distanza, );
    - è a sud del lago rispetto al quale non è situata ad oriente ma eventualmente
    ad occidente.
    -
    Gamala, guarda caso roccaforte dell'avanguardia zelota, era la città di Giuda
    che, come il personaggio di Gesù, era chiamato "il Galileo" la cui politica
    trova straordinari punti di contatti con scorie testuali ascrivibili a Gesù,
    sopravvissute alle censure stratificate nei racconti neotestamentari (es.
    "Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare
    tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re" - Luca, 23, 2).
    Per brevità non sto a citarle le numerose simili "mine testuali" rimaste nei
    vangeli, sulle quali lei ha sorvolato, esattamente come accade da secoli nelle
    omelie che piovono dai pulpiti.
    Non è solo il mio libro ad individuarle ed analizzarle tutte.
    Da anni decine di autori di libri e siti web con le proprie evidenze cercano
    di superare il muro di silenzio imposto dalla chiesa e dai media asserviti.
    Vedrà che ci riusciremo dott. Giacobbo, anche senza e contro di lei.
    Davvero l'unica contraddizione sulla data di nascita è tra Matteo (4 a.c.) e
    la ricostruzione del monaco Dionigi? Perché nella sua trasmissione si è
    sorvolato sulla datazione di Luca (6 d.c.)? Non sarà perché due testimonianze
    dello stesso livello, vista la divergenza di ben 10 anni, si privano
    reciprocamente di credibilità?
    Nella sua trasmissione, alla domanda sulla credibilità storica dei racconti
    neotestamentari, è stata data risposta positiva enfatizzando la prossimità
    temporale della redazione dei testi ai fatti narrati.
    Ma quale prossimità?
    Tra i più antichi frammenti recanti versi dei vangeli, soltanto l'1, 78% (93
    manoscritti su 5700, peraltro quasi tutti frammentari) risale ai primi cinque
    secoli, mentre i rimanenti 5600 circa, divisi tra papiri e onciali, sono
    successivi al V secolo!!!
    Questi sono dati innegabili anche per la paleografia "allineata" che farebbe
    "carte false" per datare magari un solo frammento al I secolo!
    Praticamente i più antichi frammenti dei quali è stato possibile per noi
    moderni prendere visione, risalgono al terzo o quarto secolo, con la sola
    esclusione di pochi frammenti in parte rinvenuti a Oxyrhynchus, risalenti pare
    al secondo secolo (il più antico in assoluto potrebbe essere, forse, quello
    denominato P52 ovvero "papiro di Rylands", risalente secondo alcuni al 125 d.
    c.).
    La verità, egregio dottore, è che non c'è un accidenti di prova documentale o,
    più in generale, archeologica attestante l'esistenza di Cristo e del
    cristianesimo nel I secolo!
    La stessa datazione ufficiale dei vangeli è frutto di congetture riferite come
    dati reali!
    La verità è che tutte le prove, accompagnate dal silenzio assoluto degli
    storici del tempo, dimostrano in maniera lampante e inconfutabile che Cristo e
    il cristianesimo sono un'invenzione dei secoli successivi al I (dal secondo in
    poi), frutto di un ripensamento storico di fatti occorsi nel I secolo a
    personaggi ben diversi dal mite "agnus Dei" di ispirazione ellenistica.
    Tale ripensamento fu conseguente al definitivo abbandono del sogno
    rivoluzionario di riscatto del popolo ebraico, sepolto per sempre da Adriano
    nel 132 d.c.
    La favola neotestamentaria, ispirandosi, appunto, alla vicenda storica di un
    ribelle crocifisso figlio di Giuda il Galileo e di un taumaturgo dei decenni
    successivi accusato dagli ebrei di apostasia e stregoneria, si forgiò di tutti
    gli archetipi appartenenti ai culti orientali e a quelli misterici
    (ellenistico, persiano, egizio, mesopotamico ecc.) sui quali creò un
    personaggio letterario assegnandogli un carattere storico.
    La verità è che l'immagine del nostro attuale cristianesimo, ben lungi dall'
    essere vicina alla realtà (nonostante le asserzioni dei suoi ospiti) non è
    altro che il risultato di lunghe contrapposizioni e lotte tra "eresie" ed
    "ortodossie", scomuniche e contrasti spesso politici, in quella travagliata
    gestazione che, passando attraverso i concili, darà alla luce quel
    cristianesimo che possiamo considerare "definitivo".
    ).
    In altre parole, per dirla con B. D. Ehram ("I Cristianesimi perduti-
    apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le Sacre Scritture", Carocci
    Editore, trad. it. 2005), il cristianesimo attuale, che voi ascrivete alla
    storia e al reale, non è che quello "vincente" a scapito di infiniti altri
    "perdenti" spesso dimenticati.
    I vangeli, privi di qualsiasi credibilità storica, e la stessa dottrina della
    chiesa sono il frutto di un ininterrotto gioco di contrapposizioni e
    compromessi che nel IV secolo sfoceranno nell'illogica formulazione del "credo"
    nieceano e nella definitiva coniazione dell'assurdo dogma trinitario, dove
    qualsiasi coerenza o logica (esclusa, appunto, quella del compromesso) cede il
    passo ad una forzatura che sfugge a qualsiasi umana comprensione...
    Ma lei su tutto questo ha preferito sorvolare, accennando appena e vagamente a
    possibili discrepanze tra fede e storia e nel fare questo ha volutamente
    dimenticato che il cristianesimo è una fede fondata su una pretesa di storicità
    (realtà dell'esistenza di Cristo e della sua resurrezione ) e che se privata di
    tale caratteristica non ha più alcun significato.
    Dott. Giacobbo.... Come mai le "voci contrarie" non erano presenti nella sua
    trasmissione?
    Per "onorare" la verità non basta accennare "a denti stretti" all'esistenza di
    teorie contrarie.
    Perché ha voluto far giocare ai suoi ospiti una partita senza avversari?
    Glielo hanno imposto o è una sua scelta?
    Se non avesse voluto chiamare me o altri perché privi di titoli accademici...
    non avrebbe potuto chiamare ad es. Odifreddi (tanto per nominarne uno)?
    Con la sua "indagine" sul "Cristo storico", pensa davvero di aver reso un
    servizio alla storia e alla verità?
    Le invio i miei saluti.
    dott. Giancarlo Tranfo
    Mail: [email protected]
    p.s. mi riservo di diffondere integralmente la presente attraverso più siti
    web italiani ed esteri.


    Fonti: Antikitera.net
     
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37 replies since 13/9/2011, 23:29   1669 views
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