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bel topic----
zio ot -
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Ne ho parlato molto con Forgione , sulla scia di uno studio del grande Bob !
Un mio studiolo
Questo topic è una mini sintesi presa da
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=39931853
www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=4360&whichpage=1
dove trovate , nelle pagine finali , delle guide ai topic e tutti i link
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Da la Collezione di Strasburgo
www.ufoforum.it/topic.asp?rand=7055...#55473;
Hoerth, Otto
Das Abendmahl des Leonardo da Vinci : ein Beitrag zur Frage seiner kunstlerischen Rekonstruktion : Inauguraldissertation zur Erlangung der Doktorwurde vorgelegt der philosophischen Fakultat der Universitat Freiburg i. d. Schw. / von Otto Hoerth
Leipzig : Herrmann, 1907
qui in google libri
http://openlibrary.org/books/OL6636074M/Da...onardo_da_Vinci
Hoerth attribuisce l'opera allo stesso Leonardo. Sempre secondo lo Hoerth si tratterebbe di una serie di cartoni che Leonardo avrebbe fatto , finito il Cenacolo , su incarico del Re di Francia Francesco I.
Interessante la modanatura ben visibile sulla parte sinistra del colletto di Giovanni/Maddalena/Mister X e i fili di tessuto che scendono dal bottone gioiello.
Giovanni XIII, 23
LA CEI
23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
LA NUOVA RIVEDUTA
23 Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesù, stava uno dei discepoli, quello che Gesù amava.
DIODATI
23 Or uno de' discepoli, il quale Gesù amava, era coricato in sul seno d'esso.
Per ricordarvi che la probabile presenza di una donna all' Ultima Cena nasce
dalla filologia vi ripropongo l' analisi che feci, con aggiunte specifiche.
Sono fenomeni linguistici che chiamo GHOST.
Ovvero gli echi e le tracce di quelle che ritengo le manomissioni sui testi Archetipi.
In questo caso il GHOST è la corrispondenza tra Giovanni XIII, 23 e il Deuteronomio XIII, 7
TESTO EBRAICO DEVARIM XIII, 7 דברים
(DEUTERONOMIO XIII , 7 )
O ESHE'T HEQE'KHA
si tratta di una doppia forma costrutta :
או אשת חיקך
אוֹ אֵשֶׁת חֵיקֶךָ
( che sta per ISHAH SHEL HEQ SCHEL(L )KHA )
אשה של חיק שלך
אִשָׁה שֶׁל חֵיק שֶׁלְּךָ
la CEI propone : o la moglie che riposa sul tuo seno.
Il Grande Lessico del Nuovo Testamento è molto chiaro, in Greco : κόλπος Kolpos , petto ,
in Ebraico :Hiq
חיק ( non vocalizzato )
SCRITTO HEIQ VOCALIZZATO E TRASLITTERATO : SI PRONUNCAI HE'Q ,
( in quanto la YOD, Mater Lectionis , IN QUESTO CASO E' SILENTE )
חֵיק ( vocalizzato )
è in preferenza usato con specifico riferimento a una figura femminile in Deut XIII, 7 ; XXVIII, 54 ; con significato di appartenenza di moglie al marito :
in specifico : trad in taliano come " in seno di donna "
abbiamo il Siracide IX , 1 , l' appartenenza della moglie al marito ( cit a pag 763 Volume V ) , abbiamo la Genesi XVI , 5
e Numeri XI , 12 che invece parlano di heq riferito al petto di un uomo.
Questa corrispondenza tra testo Ebraico e testo Greco è citata anche dal Dizionario Montanari 1 Edizione pag 1110
ovvero che quel reclinato sul petto , kolpos , κόλπος abbia una corrispondenza precisa in Deuteronomio XIII , 7
0 ESHE'T HEQE'KHA ( forma costrutta )
אוֹ אֵשֶׁת חֵיקֶךָ
dove ESHET אֵשֶׁת sta per ISHAH , ( ISHAH SHEL ) אשה של sostantivo che, nella TORAH , viene in preferenza indicato come moglie,
e HEQE'KHA חֵיקֶךָ sta per ( HEQ SHEL(L)EKHA ) חיק שלך : il suo grembo/petto .
HEQ In Ebraico
HET con Tzerè
YOD
QOF.
חיק ( non vocalizzato )
חֵיק ( vocalizzato )
Questa corrispondenza sembrerebbe accentuare la possibile presenza di una figura femminile, proprio per quella mutuazione delle forme tanto cara allo Zimmerman.
( H. ZIMMERMANN, Metodologia del Nuovo Testamento. Esposizione del metodo storico-critico, trad. ital., Torino, Marietti, 1971 (ed. orig. Stuttgart 1967); )
Per kolpos, grembo, petto κόλπος : il Grande Lessico pag 761 Volume V e lo Horst pag 72 volume 2
Per anakeimai ανακειμαι , giacere : il Montanari 1 ed pag 172
e lo Horst pag 217 volume 1
[b]PASSIAMO AL TESTO GRECO
Giovanni XIII, 23
ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ, ὃν ἠγάπα ὁ Ἰησοῦς
NE ANAKEIMENOS EIS EK TON MATHETON AUTOU EN TO KOLPO TOU IESOU , ON EGAPA O IESOUS
LETTERALMENTE :
Era giacente ( a mensa ) uno de i discepoli di lui su il petto di Gesù, colui che amava Gesù
Interlineare ed San Paolo pag 904
Quindi MISTER X è adagiato sul petto di Gesù
C' è un contatto fisico pieno, MISTER X HA QUINDI IL VISO A POCHI CENTIMETRI DALLA BOCCA DI GESU'.
e questa situazione appre ancora più chiara con Giovanni XIII, 25
ANAPESON OUN EKEINOS OUTOS EPI TO STETHOS TOU IESOU
αναπεσων ουν εκεινος ουτως επι το στηθος του Ιησου
essendosi inclinato allora quello così su il petto di Gesù
ANAPESON αναπεσων VIENE DAL VERBO ANAPIPTO αναπιπτω
Il diz Montanari edizione 1 pag 182 INDICA :
cadere all' indietro , riversarsi supino
quindi è interessante che Giovanni poi non dica
KOLPOS κόλπος MA STETHOS στηθος
infatti se KOLPOS può valere anche come grembo ventre, utero , come HIQ in Ebraico , STETHOS vale come sterno, pieno petto tra i capezzoli
Montanari a pag 1863
a questo link ( nella seconda parte ) una conferma alla mia analisi
www.enec.it/ps/fondo%20sindone/Loconsole-Sindone-Orvieto.pdf
In pratica : IL PERSONAGGIO
e adagiato sul grembo di Gesù in posizione supina ( faccia verso l' alto )
e dopo fa l' atto di inclinarsi avvicinandosi al petto per fargli la domanda
: o è un infante , o , più capibile , è una persona in grande intimità
con Gesù : una moglie o un ' amante.
Allora cerchiamo di capire la situazione dell' ultima cena.
Perchè il discepolo che Gesù amava gli stava addosso a quel modo ?
Lo Horst e il Grande Lessico parlano di un POSTO D'ONORE .
Ma questo non ha niente a che fare con la Tradizione Ebraica della tavola.
Infatti , nella Cena Ebraica , il posto d'onore , per l' ospite importante, in Ebraico :
KISSE' SHEL KAVOD ( sedia dell' onore )
כסא של כבוד
כִּסֵּא שֶׁל כָּבוֹד
è sempre a capo tavola
e il padrone di fianco è alla sua destra , e la moglie del padrone siede alla destra del marito .
Non vi è mai nessuna contiguità tra ospite e padrone di casa. Vi sono anche tradizioni che che vedono l' ospite capotavola e il padrone e sua moglie ( sempre alla destra del marito ) all' altro capo della tavola.
Le tradizioni di cui parlo sono riferite al tempo di Gesù.
Quindi nessun posto d'onore.
APPENDICE 1GIOVANNI XIII , 25
CEI
25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
NUOVA RIVEDUTA
25 Egli, chinatosi sul petto di Gesù, gli domandò: «Signore, chi è?»
DIODATI
25 E quel discepolo, inchinatosi sopra il petto di Gesù, gli disse: Signore, chi è colui?NA27
cit Hard Rain
In base ad NA27 in Gv. 13,25 alcuni testimoni hanno αναπεσων, che è l'aoristo participio (maschile) di αναπιπτω = "coricarsi", "adagiarsi" (questo il senso più coerente, ritengo, col contesto di Gv. 13,25), altri testimoni hanno invece επιπεσων, sempre un aoristo participio (maschile) però di επιπιπτω che ha un senso più perentorio dell'altro verbo, cioè "cadere addosso", "piombare su".
Il Sinaiticus ( hanno fatto un lavoro strepitoso online ! ) evidenzia come la lezione epipeson sia preferita ad anapeson ( vedete la variante sopra a epipeson nel testo originale )
http://codexsinaiticus.org/en/manuscript.aspx?=Invia
Quindi
LA CEI
25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
Potrebbe leggersi :
Ed egli gettandosi , cadendo , addossandoglisi ,
insomma , rimarcando una prossimità ancora più intima .
επιπιπτω
Un cenno ai Testimoni più importanti :
Riportano la lezione anapeson i Codici
B : Vaticanus , Sec IV
C : Ephraemi Syri , Sec V
mentre la lezione epipeson appare in
א : Aleph , il Sinaiticus sec IV
D :Codex Bezae Cantabrigensis , sec V
W : Codex Freerianus , sec V
A : Alexandrinus , sec VIII
Codex Athous Laurensis , sec VIII-IX
Codex Coridethianus , sec IX
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epipeson viene da epipipto, Montanari pag 769 1a ed : piombare addosso, attacco assalto.
Lo Horst a pag 1324 Vol I tratta ampiamente epipipto .
Compare 11 volte nel N.T
Piuttosto, e qui chiedo a Rain , NA27 me lo da presente anche nel Bodmer66 , cosa che non mi risulta .
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Allora varie fonti mi confermano che la lezione epipeson è presente anche in Bodmerr66
ma non sono riuscito a trovare una foto online del passo .
SI TRATTA DI UN' ATTESTAZIONE MOLTO IMPORTANTE ,
e sic la più antica che conosciamo : tra il 150-200 e.v.
www.bicudi.net/materiali/testo_nt/p_66.htm
Ma andiamo a vedere come il verbo epipipto viene usato nel N.T.
επιπιπτω
CITAZIONI DALLO HORST-SCHNEIDER PAG 1325 VOLUME I
Sicuramente in senso figurato : in Atti X, 44 - XI , 15
ATTI VIII , 16
16 οὐδέπω γὰρ ἦν ἐπ' οὐδενὶ αὐτῶν ἐπιπεπτωκός, μόνον δὲ βεβαπτισμένοι ὑπῆρχον εἰς τὸ ὄνομα τοῦ κυρίου ᾽Ιησοῦ.
16 non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù.
IN SENSO TRASLATO
12 καὶ ἐταράχϑη Ζαχαρίας ἰδών, καὶ ϕόβος ἐπέπεσεν ἐπ' αὐτόν.
12 Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore .
Ma anche in modo molto " prensile "
LUCA XV , 20
20 καὶ ἀναστὰς ἦλϑεν πρὸς τὸν πατέρα ἑαυτοῦ. ἔτι δὲ αὐτοῦ μακρὰν ἀπέχοντος εἶδεν αὐτὸν ὁ πατὴρ αὐτοῦ καὶ ἐσπλαγχνίσϑη καὶ δραμὼν ἐπέπεσεν ἐπὶ τὸν τράχηλον αὐτοῦ καὶ κατεϕίλησεν αὐτόν.
la CEI
20 Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
ATTI XX , 37
37 ἱκανὸς δὲ κλαυϑμὸς ἐγένετο πάντων, καὶ ἐπιπεσόντες ἐπὶ τὸν τράχηλον τοῦ Παύλου κατεϕίλουν αὐτόν,
37 Tutti scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo lo baciavano,
anche la Septuaginta
GENESI 45 , 14
45:14 και επιπεσων επι τον τραχηλον βενιαμιν του αδελφου αυτου εκλαυσεν επ' αυτω και βενιαμιν εκλαυσεν επι τω τραχηλω αυτου
14 Allora egli si gettò al collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo.
GENESI 46, 29
46:29 ζευξας δε ιωσηφ τα αρματα αυτου ανεβη εις συναντησιν ισραηλ τω πατρι αυτου καθ' ηρωων πολιν και οφθεις αυτω επεπεσεν επι τον τραχηλον αυτου και εκλαυσεν κλαυθμω πλειονι
29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo stretto al suo collo.
QUINDI RIVEDIAMO LA SCENA :
Giovanni XIII, 23
ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ, ὃν ἠγάπα ὁ Ἰησοῦς
NE ANAKEIMENOS EIS EK TON MATHETON AUTOU EN TO KOLPO TOU IESOU , ON EGAPA O IESOUS
LETTERALMENTE :
Era giacente ( a mensa ) uno de i discepoli di lui su il petto di Gesù, colui che amava Gesù
Interlineare ed San Paolo pag 904
Quindi MISTER X è adagiato sul petto di Gesù
C' è un contatto fisico pieno, MISTER X HA QUINDI IL VISO A POCHI CENTIMETRI DALLA BOCCA DI GESU'.
e questa situazione appre ancora più chiara con Giovanni XIII, 25
ANAPESON OUN EKEINOS OUTOS EPI TO STETHOS TOU IESOU
αναπεσων ουν εκεινος ουτως επι το στηθος του Ιησου
essendosi inclinato allora quello così su il petto di Gesù
ANAPESON αναπεσων VIENE DAL VERBO ANAPIPTO αναπιπτω
Il diz Montanari edizione 1 pag 182 INDICA :
cadere all' indietro , riversarsi supino
quindi è interessante che Giovanni poi non dica
KOLPOS κόλπος MA STETHOS στηθος
infatti se KOLPOS può valere anche come grembo ventre, utero , come HIQ in Ebraico , STETHOS vale come sterno, pieno petto tra i capezzoli
Montanari a pag 1863
Ma con epipeson la scena diventa ancora più evidente :
αναπεσων ουν εκεινος ουτως επι το στηθος του Ιησου
επιπεσων ουν εκεινος ουτως επι το στηθος του Ιησου
L' uso di epipeson pare quindi accentuare la prossimità, giustificando in pieno l' uso di stethos , ... sembra di vederla , una figura femminile che, allarmata , si avvicina al suo amato quasi a ghermirlo in apprensione .
Il discepolo che Gesù piu amava era sicuramente una donna.
La Chiesa Romana intuì il pericolo di questo testimone, e creò la figura di un Giovanni ragazzino .
APPENDICE 2
DA PAG 16 DI
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=39931853&st=225
cit polymetis da pag 8 del 2/6/2011, 03:09CITAZIONEOgni traduzione è imprecisa, ma quelle che hai citato lo sono per motivi diversi. L’unica veramente imprecisa è la CEI, che salta la prima delle menzioni di Giovanni sul petto. Ma non sono errate le altre. Il verbo anakeimai non rimanda necessariamente all’idea di “esser sdraiato”, e poi, anche in italiano, bisognerebbe vedere cosa significa esser sdraiati. Tutte le traduzioni fanno benissimo a tradurre “appoggiare il capo”, perché anakeimai vuol dire solo “giacere sopra”, e non specifica necessariamente la posa del corpo quando si giace sopra. Infatti in greco questo verbo si usa anche per significare che si posano da qualche parte degli oggetti. Ma com’è noto tu credi di capire meglio il greco dei professori meglio titolati del pianeta, autori delle traduzioni che critichi, ergo ti lascio nella tua paranoia ermeneutica.
cit polymetis da pag 9 del 2/6/2011, 19:26CITAZIONEIo non ho detto che anakeimai non vuol dire giacere, ti ho chiesto cosa intendi esattamente per giacere, visto che si può dire che giace anche chi stia semplicemente appoggiato a qualcosa, e nulla implica una posizione da straiati. Dei tutta l’iconografia giovannea, in cui si vede un giovanni col capo chino sul petto di Cristo, anche in quel caso si può usare il verbo giacere per descrivere il gesto, cioè che Giovanni giace sul petto di Gesù. Né il termine italiano “giacere” né il termine greco “anakeimai” indicano necessariamente uno sdraiarsi in modo del tutto orizzontale.
cit Polymetis da pag 7 del 1/6/2011, 15:41CITAZIONEMa sei fuori? Non c’è scritto da nessuna parte. Kolpos e stethos possono essere tranquillamente sinonimi. Che kolpos possa voler dire “ventre”, non implica che qui voglia dire ventre, infatti significa anche petto, si usa per il petto degli uomini “il seno d’Abramo”. Se Giovanni usa due termini diversi, può essere per un banale motivo stilistico, cioè per evitare la ripetizione, ma riferiti a degli uomini i due termini possono indicare la medesima area anatomica. Non c’è nessun motivo di vedere un movimento, il quale non è confermato dal verbo anapipto.
Allora , riassumiamo :
Kolpos
Per kolpos, grembo, petto
κόλπος
: il Grande Lessico pag 761 Volume V e lo Horst pag 72 volume 2
Diz Montanari 1a Ed pag 1110 :seno , petto
Stethos
στηθος
vale come sterno, pieno petto tra i capezzoli
Montanari a pag 1863
La differenza , al lato pratico , esiste eccome , non ostante tu dica di no , senza portare alcun dato tranne la tua parola .
Ma ti concedo che i sostantivi possano anche essere intercambiabili.
Ma il punto non è questo :
sta di fatto che il vettore risolutivo è il verbo anapipto
αναπιπτω
Il diz Montanari edizione 1 pag 182 INDICA :
cadere all' indietro , riversarsi supino, coricarsi,adagiarsi, mettersi o stare a letto , e anche adagiarsi o mettersi a tavola
dove il Montanari cita Luca XXII ,14 dove Luca scrive anepesen , che l' ed interlineare san paolo, pag 716 traduce in giacque ( a mensa )
qui cito :
www.enec.it/ps/fondo%20sindone/Loconsole-Sindone-Orvieto.pdf
Mc 14,17, per esempio, riferisce “Ora, mentre erano a mensa e mangiavano …”. Ma il termine
italiano mensa è stato tradotto dal greco anakèimenon, cioè "giacere, stare disteso, dormire",
composto dalla particella àna, che vuol dire anche “indietro, sdraiato, giaccio a mensa”, e il verbo
kèimai, ossia “giaccio, dormo, sto disteso”. Quanto questo abbia a che fare con il temine mensa non
ne abbiamo idea. La stessa cosa accade con la traduzione di Mt 26,20: “si mise a mensa”. Anche in
questo caso, come per Marco, abbiamo il verbo anakèimai( Montanari pag 172 ), da cui tradurre meglio con “Ora, mentre
si stesero e cominciarono a mangiar e…” o “si mise disteso con i Dodici”.
Un ultimo elemento d’indagine riguarda proprio il presunto tavolo. Nelle traduzioni italiane di
Luca e Giovanni troviamo proprio questo sostantivo, e non come per gli altri due evangelisti il
lemma mensa. Anche se in Gv 13,23 ritroviamo lo stesso termine greco anakèimenos impiegato da
Marco e Matteo, questa volta è però tradotto inspiegabilmente col termine tavola: “Ora, uno dei
discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola, al fianco di Gesù”. Luca, invece, in 22,14,
riporta : anepèsen, da anapìpto, ( Montanari pag 182 )che traduce “cado indietro, mi rovescio, mi adagio,
mi getto”, ossia, un’azione volontaria. Ciò che nella traduzione italiana è stato tradotto con “prese
posto a tavola”, può essere detto meglio con l’espressione “prese posto adagiandosi per terra e gli
apostoli con lui”.
Questo per evidenziare che la tavola, per l ' appunto non esisteva, e quindi la signora Giovanni se ne stava adagiata supinamente sul corpo di Gesu.
A questo punto, ventre o petto, ci troviamo di fronte ad una prossimità che tranquillamente può far pensare a una donna e non ad un uomo.
Hora, abbiamo già visto che Giovanni , secondo il testo dei Vangeli , non è mai definito come un giovinetto imberbe .( e della tradizione che vuole i vangeli scritti dal 70 al 100 non mi fido )
Quindi , non voglio dire che sia una prova matematica , ma fatto sta che tu diciCITAZIONEContinui a non capire nulla di quello che scrivo. Ho detto che il greco e l’ebraico sono irrilevanti perché dai testi in lingua originale, in questo caso, non si può dedurre nulla più di quanto sia già trasparente anche nelle traduzione in italiano. Il gesto che per voi sarebbe compromettente si legge benissimo anche nelle traduzione italiane ed è rappresentato nella storia dell’arte. Per questo ho detto che le tue analisi lessicologiche sono tutte irrilevanti, perché esse vogliono solo stabilire dove Giovanni posasse il capo. Io invece ho risposto con tutt’altro registro, dicendo che tutto ciò che tu deduci dal greco si trova anche in qualsiasi traduzione italiana, semplicemente è errata la tua interpretazione di cosa significhi quel gesto.
quando in tutte le traduzioni che sono state proposte abbiamo una palese imprecisione :
La Nuova Riveduta :
23 Ora, a tavola, inclinato sul petto di Gesù, stava uno dei discepoli, quello che Gesù amava. 24 Simon Pietro gli fece cenno di domandare chi fosse colui del quale parlava. 25 Egli, chinatosi sul petto di Gesù, gli domandò: ...
La CEI/Gerusaemme
23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24 Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di', chi è colui a cui si riferisce?». 25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse ...
la Nuova Diodati
23 Or uno dei discepoli, quello che Gesù amava, era appoggiato sul petto di Gesù. 24 Allora Simon Pietro gli fece cenno di domandare chi fosse colui del quale egli parlava. 25 E quel discepolo, chinatosi sul petto di Gesù, gli chiese: «Signore, chi è?».
Luzzi Riveduta
23 Or, a tavola, inclinato sul seno di Gesù, stava uno de' discepoli, quello che Gesù amava. 24 Simon Pietro quindi gli fe' cenno e gli disse: Di', chi è quello del quale parla?
Diodati
23 Or uno de' discepoli, il quale Gesù amava, era coricato in sul seno d'esso. 24 Simon Pietro adunque gli fece cenno, che domandasse chi fosse colui, del quale egli parlava. 25 E quel discepolo, inchinatosi sopra il petto di Gesù, gli disse: Signore, chi è colui? Gesù rispose:
Ovvero, come vedete, solo la vecchia Diodati si avvicina alla traduzione più letterale:
era sdraiato in grembo a Gesù, o, era sdraiato sul petto di Gesu.
Mi dispiace che questo dato, caro poly, ti causi degli incubi , ma la possibilità che si tratti di femmena , e non masculo , è reale.
e infatti questo i padri della Chiesa l' hanno capito subito , e l' esegesi ha subito inventato un ragazzino imberbe :CITAZIONEQuest’iconografia di Giovanni giovane è universale anche tra i bizantini, il papa non c’entra nulla, essa dipende dal fatto che i Padri come ripeto dipingono Giovanni come il più giovane discepolo di Cristo.
Ette credo, l' idea di un Gesù che fa bacinibacini con una donna ( o , orrore , con un barbuto et arrapato discepolo ) all' ultima Cena , non giovava certo alla Fede.
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AGGIORNAMENTO
Hallora , visto che sua eccellenza polyCITAZIONEMa com’è noto tu credi di capire meglio il greco dei professori meglio titolati del pianeta, autori delle traduzioni che critichi, ergo ti lascio nella tua paranoia ermeneutica.
vediamo cosa dicono i Signori Professori :
Cit dal Grande Lessico del Nuovo Testamento Vol V PAG 313
ανακειμαι
anakeimai
Il verbo significa anzitutto essere steso ( per terra ) , starsene , e si dice delle oblazioni e sim ;
ανακειμαι εις τι
significa : qualcosa dipende da
e infine
ανακειμαι
vale per stare a tavola.
Nel N.T troviamo ανακειμαι solonei vangeli , dove significa stare a tavola
Marco XIV , 18 - XVI , 14 . Matteo IX, 10 - XXII, 10/11 - XXVI, 7/20 . Luca XXII , 27. Giovanni VI , 11 - XII ,2 -XIII 23/28 .
Abbiamo anche
συνανακειμαι
sunanakeimai , in Marco II , 15 parallelo a marco VI ,22
L' usanza di porsi a tavola su divani era generale al tempo di Gesù non solo presso i Giudei, ma pure presso i popoli civili del Mediterraneo .
Tuttavia si metteva a giacere solo chi poteva farsi servire , mentre le donne , i fanciulli , e gli schiavi mangivano per lo più stando in piedi o in un altro ambiente.
L' ανακειμενος ( anakeimenos ), è dunque , al contrario del διακονων ( diakonon ) , colui che si sente a suo agio , perchè se lo può concedere, e il " più distinto " : Luca XXII , 27.
Ci si appoggiava al lato sinistro, per poter mangiare con la mano destra libera.
nella festa di פסח , ( Pesah o Pesach ) , Pasqua lo stare sdraiati doveva significare che gli Israeliti fin dalla loro partenza dall'Egitto sono uomini liberi e non più schiavi : ciò era necessario per la regolare celebrazione della festa : Marco XIV, 18 parallelo .
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Luca XXII 21
ἐπὶ τῆς τραπέζης
Trapeza .
Il diz Horst , Volume 2 pag pag 1652 cit :può anche designare il pasto stesso : Atti VI, 2 -XVI , 34.
Il Montanari , 1a ed. pag 2023 fa una lunga serie di cit dai Classici , sempre con il sig. pric. di tavola, mensa , fino a Plutarco con " pietra sepolcrale ", o Alcmane con " scapola ".
Ma il punto non è questo : non sono sicuro , ma mi sembra che l' uso di " stare a tavola " come lo pratichiamo oggi sia entrato in essere in età molto tarda,forse addirittura nel VI secolo con i Monasteri , non prima. Da approfondire .
E che che l' uso di trapeza in Luca XXI, 30 possa avere un significato simbolico , come ad esempio in Luca XXII , 30 , dove si parla della " mensa celeste "
APPENDICE 3
DA PAG 20 DI
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=39931853&st=285
cit polymetis da pag 11 post del 13/6/2011, 00:57CITAZIONEL’unica delle traduzioni da te citate che, a prima vista, sembra tradurre in modo impreciso è la CEI, che rende la frase: “ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ con un: “Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.” (v.22)
La CEI mantiene comunque l’idea che il discepolo si pieghi sul maestro al v.25, che è tradotto così “Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse…”
Visto che viene tradotta la II occorrenza di questo stare distesi sul petto di Gesù, non si può dire che la CEI voglia nascondere qualcosa in tal proposito. Ma allora perché nella prima frase “ἀνακείμενος ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ” viene reso con un “, si trovava a tavola al fianco di Gesù”?
La risposta è in greco questa può valere anche come frase idiomatica per indicare chi sta accanto nel posto d’onore, e dunque la frase non descriverebbe più alcun movimento reale. Questa tra parentesi è la tesi di illustri lessicologi, come si può leggere nel Louw-Nida Lexicon:
“anakeimai en to kolpo; anapiptw epi to stethos: (idioms, literally 'to recline on the bosom') to take the place of honor at a meal - 'to dine in the place of honor.' anakeimai en to kolpo: ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ, ὃν ἠγάπα Ἰησοῦς 'one of Jesus' disciples whom he loved was dining in the place of honor next to Jesus' Jn 13.23.
Anapipto epi to stethos: ἀναπεσὼν ἐκεῖνος οὕτως ἐπὶ τὸ στῆθος τοῦ Ἰησοῦ 'the one who was dining in the place of honor next to Jesus' Jn 13.25. This expression (ἀναπεσὼν ... ἐπὶ τὸ στῆθος) in Jn 13.25 (following on ἀνακείμενος ... ἐν τῷ κόλπῳ in Jn 13.23) seems to be typical of the tendency of the Gospel of John to employ relatively close synonyms with essentially the same meaning. It is possible, however, in view of the aorist participle in Jn 13.25 that the phrase ἀναπεσὼν ... ἐπὶ τὸ στῆθος could also be understood in a more literal sense to mean 'to move closer to the side (of Jesus).'
These expressions in Jn 13.23 and 25 would mean that the so-called 'beloved disciple' would be at the right of Jesus, since guests at a meal would be reclining on the left side so as to permit freedom of the right hand in dining. It may, of course, be that the same expression could be used of persons sitting at a table rather than reclining on couches.”
Anche il BDAG Lexicon dà questa lettura, alla voce anakeimai:
“ἀναπίπτω ἐν τῷ κόλπῳ τίνος: lean on someone’s chest=take the place of honor, if it was the chest of the head of the house 13:23 (cp. Lk 16:23, where sc. anakeimenon [some mss. supply anapauomenon]; Pliny, Epist. 4, 22, 4 cenabat Nerva cum paucis; Veiento proximus atque etiam in sinu recumbebat).”
Si cita come parallelo la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro:
“Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.” (καὶ Λάζαρον ἐν τοῖς κόλποις αὐτοῦ).
La frase di Plinio citata, che è l’esatto calco latino dell’espressione idiomatica greca, ci mostra che questo modo di dire andava oltre l’ambito linguistico greco ed era pan-meditteraneo.
cit Polymetis da pag 18 in data 23/6/2011, 22:00CITAZIONEIn effetti, come ho scritto più volte, non è tanto la traduzione dei gesti il problema, ma la connotazione e il significato che diamo a quei gesti. Come già detto il sottoscritto e chiunque sia vissuto negli ultimi 2000 anni, bizantino od occidentale che fosse, non ha mai visto nel fatto che qualcuno poggi il capo sul petto di qualcun altro la necessità che quest’ultimo sia una donna.
Ma ci sono comunque degli elementi di frizione anche nelle traduzioni. Il primo elemento è che il gesto di Giovanni di reclinare il capo sul petto di Gesù viene da te letto sia al verso v. 22 “ἀνακείμενος […] ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ ᾽Ιησοῦ” sia al v. 25 “ἀναπεσὼν […] ἐπὶ τὸ στῆθος τοῦ Ἰησοῦ”. Come s’è spiegato, tuttavia, solo la seconda indica certamente questo gesto, in quanto la prima è anche un’espressione idiomatica del tutto formulare, presente anche in latino, che significa banalmente “essere accanto a qualcuno” quando si mangia.
Sicché il v. 22 può essere tradotto sia come fa la CEI, sia come fa la NR. Da questa differenza di interpretazione nasce anche la tua erronea idea che il v. 22 e il v. 25 parlino di due momenti diversi delle contorsioni di Giovanni, al punto che hai sostenuto che kolpos e stethos indichino due zone diverse e che dunque Giovanni si sia mosso con la sua testa dal punto 1 al punto 2.
In realtà, come s’è già visto, non solo il primo versetto, il 22, non implica alcuna testa distesa sul seno, trattandosi spesso di espressioni formulari, ma per di più, se anche il versetto 22 fosse interpretato alla lettera, kilpos e stethos possono essere sinonimi, quindi non c’è nessun bisogno di immaginare che la testa del discepolo nei 2 versetti poggiasse il regioni diverse.
Il secondo elemento di frizione è che al v. 25 tu interpreti ἀναπίπτω come se questo verbo implicasse necessariamente l’essere sdraiati a testa in su, cioè con la pancia all’aria, concludendone che il discepolo guardava Gesù in volto stando sdraiato supino. Come già detto questo significato, pur esistendo, è solo uno di quelli possibili. Il verbo può indicare qualsiasi generale piegarsi all’indietro, come quello di un rematore per l’appunto.
Ho vouto citare per esteso le ottime note di Polymetis poichè intendo analizzarle in seguito al dettaglio , e per precisare subito una cosa importante :
il mio studio su Giovanni XIII 23/25 nasce da una lunga ricerca su lessici e dizionari e da capziose discussioni con i miei docenti di Greco , l'ho presentata al net la prima volta qui :
www.renneslechateau.it/public/forum...t=2005&start=60
in data 13 giugno 2010, 12:29 pm
e come potete leggere si tratta di una IPOTESI di studio.
Polymetis ha rimarcato il fatto che la mia sia UNA delle possibili traduzioni .
E sono d' accordo. Ma ora intendo spiegare perchè la ritengo la più probabile e corretta.
Cominciamo con il Louw-Nida Lexicon in 2 volumi
lo trovate su amazon :
www.amazon.com/Greek-English-Lexico...c/dp/0826703437
“anakeimai en to kolpo; anapiptw epi to stethos: (idioms, literally 'to recline on the bosom') to take the place of honor at a meal - 'to dine in the place of honor.' anakeimai en to kolpo: ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ, ὃν ἠγάπα Ἰησοῦς 'one of Jesus' disciples whom he loved was dining in the place of honor next to Jesus' Jn 13.23.
<i>“anakeimai en to kolpo; anapiptw epi to stethos: ( idiomatico:letterale : reclinare sul petto ) prendere il posto d'onore a un pranzo - cenare nel posto d'onore .anakeimai en to kolpo: ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ, ὃν ἠγάπα Ἰησοῦς 'uno dei discepoli di Gesu quello che egli amava stava cenando al posto d'onore accanto al Ges%
Anapipto epi to stethos: ἀναπεσὼν ἐκεῖνος οὕτως ἐπὶ τὸ στῆθος τοῦ Ἰησοῦ 'the one who was dining in the place of honor next to Jesus' Jn 13.25. This expression (ἀναπεσὼν ... ἐπὶ τὸ στῆθος) in Jn 13.25 (following on ἀνακείμενος ... ἐν τῷ κόλπῳ in Jn 13.23) seems to be typical of the tendency of the Gospel of John to employ relatively close synonyms with essentially the same meaning. It is possible, however, in view of the aorist participle in Jn 13.25 that the phrase ἀναπεσὼν ... ἐπὶ τὸ στῆθος could also be understood in a more literal sense to mean 'to move closer to the side (of Jesus).'
u>Anapipto epi to stethos: ἀναπεσὼν ἐκεῖνος οὕτως ἐπὶ τὸ στῆθος τοῦ Ἰησοῦ 'the Quello che stava pranzando nel posto d'onore accanto a Gesù . Questa espressione (ἀναπεσὼν ... ἐπὶ τὸ στῆθος) in Jn 13.25 ( seguente on ἀνακείμενος ... ἐν τῷ κόλπῳ in Jn 13.23 ) sembra essere tipica della tendenza del Vangelo di Giovanni di impiegare sinonimi relativamente vicini essenzialmente con lo stesso significato. E 'possibile, tuttavia, in considerazione del participio aoristo in Gv 13,25 che la frase ἀναπεσὼν ... ἐπὶ τὸ στῆθος possa anche essere intesa in un senso più letterale per indicare 'di avvicinarsi al lato (di Gesù).'
These expressions in Jn 13.23 and 25 would mean that the so-called 'beloved disciple' would be at the right of Jesus, since guests at a meal would be reclining on the left side so as to permit freedom of the right hand in dining. It may, of course, be that the same expression could be used of persons sitting at a table rather than reclining on couches.”
Queste espressione in Gv 13,23 e 25 potrebbe significare che il cosiddetto 'discepolo amato' sia a destra di Gesù, dal momento che gli ospiti in un pasto sarebbero sdraiati sul lato sinistro in modo da consentire la libertà della mano destra a pranzo. E' possibile naturalmente, ( di corsa ) che la stessa espressione possa essere usata per persone sedute a un tavolo piuttosto che sdraiata sul divano. "
Come già detto varie volte , dobbiamo considerare che , con probabilità assoluta , i commensali fossero sdraiati , e se erano poggiati sul lato sinistro , a destra la Signora Giovanni doveva per forza giacere in grembo o in petto a Gesù.
e non si capisce perchè si continui a parlare di כִּסֵּא שֶׁל כָּבוֹד
quando questo dovrebbe riguardare Gesù , e non uno del suo seguito , ... a meno che la Signora Giovanni fosse il padrone di casa .
Ma andiamo a vedere un dettaglio di GV XIII 23 : κόλπο
Giovanni XIII, 23
ἦν ἀνακείμενος εἷς ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ ἐν τῷ κόλπῳ τοῦ Ἰησοῦ, ὃν ἠγάπα ὁ Ἰησοῦς
NE ANAKEIMENOS EIS EK TON MATHETON AUTOU EN TO KOLPO TOU IESOU , ON EGAPA O IESOUS
LETTERALMENTE :
Era giacente ( a mensa ) uno de i discepoli di lui su il petto di Gesù, colui che amava Gesù
Interlineare ed San Paolo pag 904
Cito il Grande Lessico del Nuovo Testamento in 16 volumi :
lo trovate qui :
www.clcitaly.com/live/articolo/index.php?query=004986
da pag 762 Volume V
www.flickr.com/photos/64365420@N04/5859397675/in/photostream
da cui estrapolo :
Nei LXX κολπος è principalmente traduzione di חֵיק heq \ a) come espressione d'unione coniugale: Deut.i^,y} 28,54; in Ecclus 9,1 indica l'appartenenza della moglie al marito; in Gen. 16,5; 2 Βασ . 12,82 la consegna al marito;
in Deut.28,56 il marito in quanto appartenente alla moglie; in Num.11,12; 3 Βασ .3,20; 17,19; Ruth 4,16; Ir.49,22 { hosen) la cura premurosa per un figlio, in 2 Βασ .12,3 per un agnello
b) Rigonfiatura, piega della veste: Ex.4,6 s.; 73,11; 128,7 (Ps 129 hosen) Prov. 16,33; 17,23; 6,27.
Come luogo dove si versa la vendetta: Is. 65,6.; Ιερ .39, 18; 4 78,12.
c)Con significato generico, cavità del carro (3 Βασ.22,3.5), profondità dell'altare (Ez.43,13: κολπομα diversamente nei vv. 14.17).
d) κολπος come sede dei reni e quindi delle sen¬sazioni: Iob 19,2.7; 34,I3; 88,51;
per riririririproporre
la corrispondenza tra Giovanni XIII, 23 e il Deuteronomio XIII, 7
TESTO EBRAICO DEVARIM XIII, 7 דברים
(DEUTERONOMIO XIII , 7 )
O ESHE'T HEQE'KHA
si tratta di una doppia forma costrutta :
או אשת חיקך
אוֹ אֵשֶׁת חֵיקֶךָ
( che sta per ISHAH SHEL HEQ SCHEL(L )KHA )
אשה של חיק שלך
אִשָׁה שֶׁל חֵיק שֶׁלְּךָ
la CEI propone : o la moglie che riposa sul tuo seno.
Il Grande Lessico del Nuovo Testamento è molto chiaro, in Greco : κόλπος Kolpos , petto ,
in Ebraico :Hiq
חיק ( non vocalizzato )
SCRITTO HEIQ VOCALIZZATO E TRASLITTERATO : SI PRONUNCAI HE'Q ,
( in quanto la YOD, Mater Lectionis , IN QUESTO CASO E' SILENTE )
חֵיק ( vocalizzato )
è in preferenza usato con specifico riferimento a una figura femminile in Deut XIII, 7 ; XXVIII, 54 ; con significato di appartenenza di moglie al marito :
in specifico : trad in taliano come " in seno di donna "
abbiamo il Siracide IX , 1 , l' appartenenza della moglie al marito ( cit a pag 763 Volume V ) , abbiamo la Genesi XVI , 5
e Numeri XI , 12 che invece parlano di heq riferito al petto di un uomo.
Questa corrispondenza tra testo Ebraico e testo Greco è citata anche dal Dizionario Montanari 1 Edizione pag 1110
ovvero che quel reclinato sul petto , kolpos , <b>κόλπος abbia una corrispondenza precisa in Deuteronomio XIII , 7
0 ESHE'T HEQE'KHA ( forma costrutta )
אוֹ אֵשֶׁת חֵיקֶךָ
dove ESHET אֵשֶׁת sta per ISHAH , ( ISHAH SHEL ) אשה של sostantivo che, nella TORAH , viene in preferenza indicato come moglie,
e HEQE'KHA חֵיקֶךָ sta per ( HEQ SHEL(L)EKHA ) חיק שלך : il suo grembo/petto .
HEQ In Ebraico
HET con Tzerè
YOD
QOF.
חיק ( non vocalizzato )
חֵיק ( vocalizzato )
Questa corrispondenza sembrerebbe accentuare la possibile presenza di una figura femminile, proprio per quella mutuazione delle forme tanto cara allo Zimmerman.
( H. ZIMMERMANN, Metodologia del Nuovo Testamento. Esposizione del metodo storico-critico, trad. ital., Torino, Marietti, 1971 (ed. orig. Stuttgart 1967); ) -
.
Grande Bob , come sempre ..
Bellissime le riprese della Gerusalemme sotterranea , ancora più approfondite di quelle che si sono viste a " Città segrete "
......mmmhhh in motli forum ci sono fuoco e fiamme su una presunta deriva " fideistica " di Bob ...
Certo si è trattato il Gesù Storico in modo tradizionale ...
zio ot -
.
SULLA QUESTIONE NAZARET-NAZARENO
Vedo che continuate a fare confusione ...
il Conte dalla TevaCITAZIONEOra provi a trasferire questo significato ad un personaggio o a dei personaggi che erano delle vedette e dei guardiani della legge Ebraica, dei veri votati a D-o e arriva al termine nazir dalla radice Nazar o Nasir.
HieronymusCITAZIONENella situazione più favorevole al caso di Giovanni dalla Teva, Gesù non sarebbe tuttavia Netser, ma Netsarim: chi era allora il Netser?
Haaallllora ,
dimenticate le vocali , il passaggio del semitico al greco stravolge tutto ,
quello che contano sono le radicali :
Riassumendo :
נֹצֵר : notzèr : guardiano, sentinella
נֵצֶר . nètzer : germoglio , rampollo
נָזִיר : nazìr : nazir ( monaco, separato, colui che fa un voto )
נֵזֶר : nèzer : capigliatura , corona
e in particolare :
In Ebraico esiste una particolare forma detta
MAQOR MUCHLAT ( forma assoluta, decisa )( letterale : origine assoluta )
מָקוֹר מֻחְלָט
che serve per particolari costruzioni dei verbi :
Notzèr : CUSTODE , in questo caso non come sostantivo ma come participio presente ( custodente )
נֹצֵר
nell' imperativo assoluto Ebraico : Custodite ! ( o infinito assoluto Custodire ! )
diventa Natzòr
נָצוֹר
Nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...6%B9%D7%A8&s=ft
נַחוּם
Nachum 2, 2
עָלָה מֵפִיץ עַל-פָּנַיִךְ, נָצוֹר מְצוּרָה; צַפֵּה-דֶרֶךְ חַזֵּק מָתְנַיִם, אַמֵּץ כֹּחַ מְאֹד
3 Contro di te avanza un distruttore:
montare la guardia alla fortezza,
sorvegliare le vie, cingerti i fianchi,
raccogliere tutte le forze.
QUINDI
il Conte dalla TevaCITAZIONEOra provi a trasferire questo significato ad un personaggio o a dei personaggi che erano delle vedette e dei guardiani della legge Ebraica, dei veri votati a D-o e arriva al termine nazir dalla radice Nazar o Nasir.
Deriva appunto da noztèr , che in origine assoluta è naztòr .
natzòr : origine assoluta che non ammette suffissi o prefissi ,
ma che i greci trasformano in nasoreo ( natzoreo ) ,
trasformando una forma verbale EBRAICA in una nominale GRECA .
Lasciate stare nazir , è un' altra cosa , con la radicale zain invece della tzady
נָזִיר
MENTRE INVECECITAZIONENella situazione più favorevole al caso di Giovanni dalla Teva, Gesù non sarebbe tuttavia Netser, ma Netsarim: chi era allora il Netser?
DERIVA DA
נֹצֵר : notzèr : guardiano, sentinella
נֵצֶר . nètzer : germoglio , rampollo
ENTRAMBI , SENZA VOCALIZZAZIONE SI PRESENTANO COSI' :
( traslitterazione : notzrym -netzarym )
נצרים
UGUALI !
VOCALIZZATI :
נֹצְרׅים
NOTZRYM : SORVEGLIANTI, GUARDIANI .
נְצָרׅים
NETZARYM : RAMI , RADICI
e anche nel significato , come il semitico spesso prevede e predilige , nello stesso vocabolo
c' è una coesione totale dei 2 significati .
Ho idea che anche Price faccia confusione su questa questione,
e anche se il tanakh attesta il plurale di notzer in notzrym
נוֹצְרִים
la waw mater lectionis può essere omessa .
zio ot -
.
... in ogni caso, rispetto la mostruosità che abbiamo visto ieri sera su RAI 3
http://www.lagrandestoria.rai.it/dl/portal...1.html?homepage
spacciato per studio storico scientifico ... direttamente da qualche sagrestia del Vaticano ...
...il grande Bob esce a testa alta .
zio ot -
.
...a proposito , da uno spunto et intuizione geniale del grande Bob sul Cenacolo , che vedete qui
www.youtube.com/watch?v=EaL42l1PPho&feature=related
è nata una ricerca imponente che ha portato a risultati particolari :
www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=4360
ci sono almeno 15 topic collegati , vi segnalo :
www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=5445&whichpage=1
zio ot -
.
Grande, grande , grandissimo Bob !!!!!
Che emozione rivedere in TV Mario Pincherle , che conosco personalmente dal 75 , dopo che aveva pubblicato uno dei suoi capolavori : " Come esplose la civilità " ed Armenia , e poi ed Filelfo .
Tante volte ho ringraziato Giacobbo , e lo rifaccio ora , per aver portato in TV Pincherle , già ai tempi di Stargate .
Devo dire che il Bob Egizio , ( strepitoso vedere i suoi quasi 2 metri dentro una delle camere dello Zed ) è quello che
mi entusiasma sempre , immagini colte e suggestive e una trama sempre intrigante .
Lo ha fatto Bob nel finale : anche io saluto l' immenso Mario Pincherle, che in questo momento non è in buone condizioni di salute ( ... ha passato i 20 anni da un po' ... )
augurandogli un pronto rientro in pista !
zio ot -
.
DA
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=23099876&st=15
Haaallora, ho voluto fare molte verifiche incrociate e sentire molti pareri :
PETER
Trovato , tra l' altro è un SEGOLATO, una famiglia di sostantivi molto comuni in Ebraico.
Pèter : matrice , primogenito, frutto .
פֶּטֶר
varie attestazioni
http://search.freefind.com/find.html?id=64...7%98%D7%A8&s=ft
Ecco un bell' esempio :
ESODO XXXIV , 19
www.mechon-mamre.org/f/ft/ft0234.htm
כָּל-פֶּטֶר רֶחֶם, לִי; וְכָל-מִקְנְךָ תִּזָּכָר, פֶּטֶר שׁוֹר וָשֶׂה.
Ogni essere che nasce per primo dal seno materno è mio: ogni tuo capo di bestiame maschio, primogenito del bestiame grosso e minuto.
peter .primogenito
פֶּטֶר
al plurale petarim :primogeniti
פְּטָרִים
Ma la cosa si fa veramente interessante quando vado a scrivere : mio primogenito
peter shelì
פֶּטֶר שֶׁלּי
che nella forma costrutta diventa
Pitrì( Pitry')
פִּטְרִי
Ci troviamo di fronte a un altro " GHOST " , una parola che esiste dove non dovrebbe esistere , e che fa cadere l' alibi E LA COSTRUZIONE dell'interpolatore .
Simone detto Pietro : Simone mio primogenito
direi quindi che possiamo rincarare la dose :
vale quello che scrivo qui nel mio primo post :
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=55245873
da cui elaboro:
Shmon baryonà attà hapitry kefà weattà tintzòr kipphàty
שְׁמוֹן בַּרְיוֹנָא אַתָּה הַפִּטְרִי כֵּפָא וְאֲתָּא תִּנְצֹר כִּפָּהתִי
Simone ribelle , tu sei il mio primogenito roccia e tu sarai il mio supremo capo militare .
lasciate stare tutte le notizie biografiche riportate nei Vangeli : i GHOST che riporto le fanno cadere .
Questa frase è sic ricondicibile a Yeshùa hamaschyach
zio ot
Edited by barionu - 13/3/2012, 12:04 -
.CITAZIONEVisto che stiamo per uscire sulla rivista Fenix di Adriano Forgione, e dopo poco Forgione contattèrà il grande Bob , vi faccio vedere
qualche spunto sulla nostra ricerca , parto da un dato clamoroso : la Nazareth dei Vangeli non è mai esistita !
Allora vi confermo che sul numero di Marzo di Fenix partiamo con una rubrica mensile sul Cristo Storico ,
con articoli di Angelo Filipponi e del nick Saulnier .
Ma per il grande Bob abbiamo in cantiere una cosa veramente speciale .... sul Cenacolo di Leonardo .... con annessi et connessi
zio ot -
.
Uno degli studi che stiamo per presentare ...., un anticipo .
Autori in nick hard Rain , Abramo, maitra e barionu
Ma Gesù era figlio di un falegname-carpentiere ?
ο τεκτων in greco è un lavoratore del legno, falegname, carpentiere, a vari livelli, come artigiano oppure come operaio addetto alla lavorazione del legno. Così ad es. il filosofo stoico Epitteto, vissuto nel periodo 50-120 d.C. c.a., dice ως γαρ τεκτονος υλη τα ξυλα ανδριαντοποιου ο χαλκος (ecc..) = lett. "Poiché come (la) materia del falegname (è) il legno, (la materia) dello scultore (è) il rame (ecc..)" (ARR.EpictD. 1,15,2).
Nel Vangelo Greco , falegname-carpentiere è tekton
Ma in Ebraico è naggar
Nagar (נַגָּר) generalmente è l'artista del legno, il falegname.
נַגָּר
In Ebraico dalla stessa radice abbiamo
מְגֵרָה
(megheràh)=grossa sega per tagliare legno o pietra che è un termine biblico:
2Samuele 12:31 (וַיָּשֶׂם בַּמְּגֵרָה) =e li impiegò nei lavori delle seghe (CEI);
וַיָּשֶׂם בַּמְּגֵרָה
1Re 7:9 (מְגֹרָרוֹת בַּמְּגֵרָה ) pietre pregiate, squadrate secondo misura, segate con la sega sul lato interno ed esterno. (CEI).
מְגֹרָרוֹת בַּמְּגֵרָה
La sega è una lama che scorre e questa radice "garar" significa "scorrere", da cui deriva anche "neger"="scorrimento d'acqua", "canale" (in Arabo مَجَرَّة(magiara)è la "Via Lattea") .
مَجَرَّة
In Accadico abbiamo "gararu"="correre" e in Arabo la radice جرر(giarar)="tirare",
جرر
"trasportare", ma dalla stessa radice abbiamo: اَلْمُجْتَرَّات (al-mugiir-at),
اَلْمُجْتَرَّات
che sono la famiglia dei "ruminanti" (in Ebraico מַעֲלֵי הַגֵּרָה)
מַעֲלֵי הַגֵּרָה
e quindi anche il senso di masticare che è anche "stritolare" ed è forse da ricondurre a "scorrimento" dato che questo fa immaginare uno scorrere di particelle, come lo è l'acqua per esempio, infatti si intende anche con il senso di "versare".
In Ebraico abbiamo anche la radice גרד (garad)=
גרד
grattare e una sega compie proprio questa operazione scomponendo in particelle il taglio. Forse è con lo stesso senso base di "scorrere/versare" cui possiamo accostare "svelto" a "scorrevole/versato" (oppure perché l'artista del legno era considerato il padre degli artisti), che nella letteratura ebraica antica "nagar" designava anche la persona svelta e saggia.
Quando si presentava un contesto talmudico molto difficile si usava questa 'espressione aramaica: "לית נגר ובר נגר דיפרקינה " (let nagar ubar nagar difarkina)
לית נגר ובר נגר דיפרקינה
= "Non c'è saggio (nagar), ne figlio di saggio che può risolverla" (Avodàh zaràh 50b).
Shalom
IL FIGLIO DEL CARPENTIERE PAG 409 DI G . DURAND
http://books.google.it/books?id=zqXq0clM4E...ed=0CCcQ6AEwAQ#
pagina straordinaria desunta da le vase sacre di Emile Burnouf
Le vase sacré et ce qu'il contient. Dans l'Inde, la Perse, la Grèce et dans l'Eglise chrétienne. Avec un appendice sur le Saint-Graal .
http://en.wikipedia.org/wiki/%C3%89mile-Louis_Burnouf
con un 'importante specifica :
cit maitra
Si tratta di una fantasia di Durand (e non di Burnouf, si noti bene) imputabile alla solita mancanza di competenza glottologica. Il greco χρίω viene da una radice IE (= indoeuropea) *ghrī “spalmare, ungere”, mentre Kṛṣṇa non significa affatto “essenza, profumo” bensí “nero” e viene da una rad. IE *kers, da cui proviene tra l’altro il russo чёрень (= čëren’), quello di “Oci ciornie” (“Occhi neri”).
CARPENTIERE E' TVASTR IN SANSCRITO
त्वष्टृ
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=43700690
CIT MAITRA
Sí, ci sono numerosi riscontri. Agni è detto in numerosi inni figlio delle due araṇi, cioè i due bastoncini di forma diversa dalla cui frizione sprizzava il fuoco;
ed è anche detto figlio di Tvaṣṭṛ (= il “carpentiere”), benché in quel contesto (Ṛg Veda 1, 95, 2) sia detto figlio non di due ma di dieci madri (= le dieci dita che fanno prillare l’araṇi superiore).
Lo svastika (il termine è maschile), come dice la parola stessa, è un simbolo di buon auspicio tuttora molto diffuso in India. L’uso perverso che ne ha fatto il nazismo in una manciata di anni non costituisce una buona ragione per mettere al bando un simbolo antichissimo che continua a risplendere nell’immaginario di milioni di persone.
DIZIONARIO DI SANSCRITO ONLINE
http://spokensanskrit.de/index.php?script=...te&direction=ES
qui molte notizie correlate allo Svastika Sanscrito
स्वस्तिक
www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=10252
zio ot -
.
Visto che stiamo per uscire sulla rivista Fenix di Adriano Forgione, e dopo poco Forgione contattèrà il grande Bob , vi faccio vedere
qualche spunto sulla nostra ricerca , parto da un dato clamoroso : la Nazareth dei Vangeli non è mai esistita !
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E' mia intenzione ora di regolare definitivamente i conti con un " semitismo " molto importante del N. T.
Si tratta infatti del GHOST per eccellenza , il fantasma della città di Nazaret .
נ צ ר ת
Vi invito alla lettura di questo studio , davvero interessante e molto ben organizzato , ma in cui si evince tragicamente che l' autore non ha conoscenza della lingua Ebraica .
www.animefiammeggianti.it/Nazaret%20e%20il%20Nazareno.pdf
Allora, non è mia intenzione affrontare la questione Geografica.
Ne abbiamo parlato abbondantemente qui :
http://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=42592634&st=90
e qui
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=35842464&st=45
dove Rain iniste ad avallare il " balzo " della Chiesa Maronita come il possibile luogo descritto da Luca,
mentre invece è , anche lui, frutto di uno scavo minerario in epoca Medievale.
Mi interessa solo l' individuazione filologica.
Guardate l' iscrizione :
URL=http://img708.imageshack.us/i/lapidenazaret.jpg/][/URL]
Tenendo conto che ci è pervenuto solo questo piccolo frammento , e che l' iscrizione originale poteva essere anche molto estesa :
LA SECONDA RIGA DALL' ALTO
נצרת
LE PRIME 3 LETTERE
NUN, TSADI , RESH
potrebbero essere :
נֵצֶר
si pronuncia NE'TZER , IN EBRAICO VUOL DIRE
rampollo,germoglio , giovane, etc : qualcosa che potrebbe avere un 'equivalenza in DELFINO , inteso come giovane primo figlio.
Ma ancora più probabile è Notzèr : custode, guardiano, sentinella
נֹצֵר
Quindi l' iscrizione potrebbe avere molti significati
Ad esempio la Tav che segue potrebbe essere la prima lettera di
TAISH : TAV, YOD, SHIN : in Ebraico : caprone
ת י ש
potrebbe parlare di un giovane caprone ...
Insomma , se le prime 3 lettere sono come penso : custode : notsèr נֹצֵר
la taw dietro potrebbe essere , ad esempio , l'iniziale di taish : caprone תָּיִשׁ
Quindi se nella stele si dice : custode del suo caprone abbiamo
Notzèr taishò
נֹצֵר תָּיִשׁוֺ
che nell' iscrizione originale poteva essere così
נצרתישו
Ma ancora più probabile che la taw facesse parte di una forma costrutta :
Il canto custode di lei
Hashir shelah notzèr
הַשִׁיר שֶׁלָּהּ נֹצֵר
Nella forma costrutta diventa :
hashir netzartàh
הַשִׁיר נְצָרתָה
Guarda bene netzartàh
נצרתה
E si potrebbero fare centinaia di esempi similari.
INOLTRE :
Secondi Avi-Yonah l’iscrizione fa riferimento ad una delle ventiquattro famiglie sacerdotali, quella degli Happizzes (cfr. 1 Cr 24:15), che a un certo punto si sarebbe trasferita presso Nazaret. La traduzione dell'iscrizione dall'ebraico sarebbe: "(...) la diciottesima classe (mishmar, משמר) Happizzes Nazaret (...)".
Cronache XXIV , 15
www.mechon-mamre.org/f/ft/ft25a24.htm
טו לְחֵזִיר, שִׁבְעָה {ר} עָשָׂר, {ס} לְהַפִּצֵּץ, שְׁמוֹנָה עָשָׂר. {ס}
URL=http://img708.imageshack.us/i/lapidenazaret.jpg/][/URL]
A questo punto sarebbe interessante poter leggere lo studio integrale di Avi Yonah ,
in quanto :
prima riga dall' alto io vedo mem, lamed, waw, het
מלוח
seconda riga : nun ( a fatica ) tzadi , resh, taw
נצרת
terza riga : aleph, kaf , ( ma potrebbe essere una grafia desueta per la pe , ) lamed , he.
אכלה la pe פ
quarta riga : waw , dalet , lamed ,
ודל
Questa però è solo una primissima individuazione. Mi riservo anche di consultare le grafie antiche al mio ritorno nella city, martedi.
certo la sequenza mem , shin , mem , resh משמר
e לְהַפִּצֵּץ ovvero Le Happittzetz ( lamed , he, pe, tzadi, tzadi )
proprio non le vedo , e la tesi di studio di Avi Yonah mi risulta incomprensibile
Altra cosa strana le lettere lamed ,he con questa vocalizzazione לְהַ
sono usate la formazione di innumerevoli forme verbali
(((( ATTENZIONE,
nel balletto delle traslitt. con tutto il walzer di o e di a , di a , e di o , Nasorà, Noserà , Nazara etc etc etc. :
In Ebraico la o , חוֹלָם viene espressa da 3 tipi di o , e queste , nei plurali e nelle forma costrutte , con lo spostarsi dell' accento, diventano delle a.
Per cui chi non conosce l' Ebraico rimane per forza spiazzato nel tragico tentativo di tralitterare. ))))
Per questo, il pur brillante lavoro di ricostruzione dell' archeologo Israeliano è totalmente aleatorio.
PASSIAMO ORA AD ANALIZZARE AL DETTAGLIO IL PDF
www.animefiammeggianti.it/Nazaret%20e%20il%20Nazareno.pdf
Allora.
Proviamo ad andare fino in fondo.
E' mia opinione che il vero fulcro della questione sia tra le fonti Aramaiche/ Ebraiche e le fonti Greche : nel senso che le fonti Greche , a partire da
Ναζαρετ
sono frutto di una totale falsificazione :
נצרת
NATZRA'T : come denomizazione topografica e vocabolo del lessico Ebraico non è esistita fino al IV secolo ,
e quindi tutto il lessico di derivazione greco : Ναζαρηνος Ναζωραιος e tutte le varianti ( se necessario citerò interamente le 8 pagine che gli dedica lo Horst , per poi passare al Grande Lessico )
siano frutto solo di una falsificazione compiuta dai redattori Greci
Inizio l' analisi del pdf citato zio ot in blu
Ναζαρηνος Ναζωραιος
L origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica nezer, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Anche essa deriva dalla radice nazar.
Questo non è il modo migliore per iniziare : la radice Ebraica è : nun zain resh
נ . ז . ר.
Infatti la radice si utilizza per fare l'infinito del verbo : linzòr : fare un voto, riferito proprio al Nazir
לִנְזוֹר
E in Ebraico abbiamo , molto simile : lindòr : fare un voto ( generico )
לִנְדּוֹר
L origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica natsar, il cui significato è
proteggere , custodire , preservare , nascondere .
In Ger 31, 6 la parola natsar viene
impiegata con il significato di osservatore , vedetta .
Anche natsar in ebraico si scrive
NTSR, ove TS è una lettera unica, la lettera tsadi. Anche in questo caso è ammissibile la
traslitterazione della tsadi ebraica nella greca.
Stesso identico pasticcio : la radice Ebraica è : nun tzadi resh
נ צ ר
da cui l' infinito del verbo lintzor : custodire ( da guardiano )
לִנְצוֹר
In Ger 31, 6 la parola natsar viene
impiegata con il significato di osservatore , vedetta .
Casomai notzèr נֹצֵר ma in Geremia XXXI 6 non la vedo
כִּי-כֹה אָמַר יְהוָה, רָנּוּ לְיַעֲקֹב שִׂמְחָה, וְצַהֲלוּ, בְּרֹאשׁ הַגּוֹיִם; הַשְׁמִיעוּ הַלְלוּ, וְאִמְרוּ, הוֹשַׁע יְהוָה אֶת-עַמְּךָ, אֵת שְׁאֵרִית יִשְׂרָאֵל.
ma ci sono altre attestazioni :
Questa è la seconda parte del verso di II RE 17:9 dove riporta "migdal nozrim" come evidenziato:
וַיִּבְנוּ לָהֶם בָּמוֹת בְּכָל-עָרֵיהֶם, מִמִּגְדַּל נוֹצְרִים עַד-עִיר מִבְצָר
In questo verso di Salmi 25:10 è usato "nozrè beritò"= "custodi del Suo patto":
כָּל-אָרְחוֹת יְהוָה, חֶסֶד וֶאֱמֶת-- לְנֹצְרֵי בְרִיתוֹ, וְעֵדֹתָיו
Anche qui in Salmi 119:2 si parla di custodi delle sue testimonianza (nozrè 'edotav):
אַשְׁרֵי, נֹצְרֵי עֵדֹתָיו; בְּכָל-לֵב יִדְרְשׁוּהוּ.
Anche natsar in ebraico si scrive
NTSR, ove TS è una lettera unica, la lettera tsadi. Anche in questo caso è ammissibile la
traslitterazione della tsadi ebraica nella greca.
ASSOLUTAMENTE NO !!!
E qui nasce la mega frittata .
Anche perchè non so come i redattori Greci avrebbero potuto , volendolo, superare l' ostacolo : ma stiamo parlando di 2 pianeti differenti : immaginate in Italiano pazzo e patto .
CIT DA ABRAMO
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=42605807&st=45
Inviato il: 14/9/2009, 19:54
Il nome "Natzrat"
נ צ ר ת
secondo me ha il senso di "osservatorio", insomma doveva essere un punto di osservazione e ciò corrisponde esattamente alla descrizione evangelica, ma non potrebbe essere la Natzrat attuale perché questa non è situata in una posizione montuosa abbastanza alta da potersi definire punto di osservazione. I suoi abitanti, coerentemente al nome della città, dovrebbero chiamarsi "natzratim" e non "notzrim".
Ma è possibile che andava bene anche "nozrim"(=osservatori, guardie) e che questo appellativo indicasse gli abitanti dei piccoli villaggi. In 2 Re 18:8 è usato "migdal notzrim" (=torre di guardia) per designare i piccoli villaggi, ma come detto questi essendo originariamente dei punti d'osservazione, delle postazione di guardia, non potevano che essere collocati ad una certa altitudine che ne permetteva appunto l'osservazione.
L origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica nezer, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Anche essa deriva dalla radice nazar. Il significato
corrisponde a qualcosa di separato , qualcosa di consacrato , oppure si riferisce al
simbolo della consacrazione stessa, come il diadema sacerdotale o la capigliatura. Tale
ipotesi di derivazione conduce ad un problema di natura linguistica:
In ebraico la lettera zayn si pronuncia come in italiano la esse di rosa .
Dovendo
quindi traslitterare dall ebraico al greco non bisognerebbe usare la , che corrisponde
alla nostra zeta, ma una o una . Invece Ναζαρηνος Ναζωραιος contengono
inequivocabilmente una ζ
Lì origine delle due forme è da ricercarsi nella parola ebraica nazar, scritta in ebraico NZR:
N (nun) + Z (zayn) + R (resh). Significa tenere in disparte , astenersi , separare o
separarsi , consacrarsi . Anche questa ipotesi conduce al medesimo problema linguistico
espresso al punto precedente.
LA RADICE E' נ ז ר
Nazir , oggi , in Ebraico , ha il significato generico di : monaco , praticante
Nazir נָזִיר ripeto Nazir !
femminile Neziràh נְזִירָה
che può diventare Neziratàh con la forma costrutta nel''uso del pronome personale
sua Monaca ( Monaca di lei ) : Neziràh shellàh נְזִירָה שֶׁלָּהּ
ovvero :
Neziratàh נְזִירָתָהּ
Ancora una volta la grammatica Ebraica rivela il perchè della confusione generata dalle interpretazioni traslitterate.
Ma cito ancora Abramo :
Fra "notzrì"
נֹצְרֵי
( si pronuncia notzrè , in quanto la yod finale, mater lectionis, è silente
e "nazir"
נ ז י ר
c'è una piccola relazione linguistica, sono due termini che derivano da due radici diverse anche se hanno qualcosa in comune. Il primo si scrive con zadi ( tzadi ) e significa "osservante", sia nel senso letterale di guardia, che nel senso figurativo, come anche noi oggi diremmo "praticante", l'altro invece si scrive con zhain e significa "separato" perché il nazir si separa principalmente dal vino.
Parliamo adesso dell' etimologia di Nazaret.
Nella lapide di Cesarea Marittima, della quale riparleremo trattando le prove archeologiche
dell esistenza di Nazaret, il nome della città è indicato con NTSRT: N (nun) + TS (tsadi) + R (resh)
+ T (taw).
Si ritiene che Nazaret fosse chiamata in ebraico Nasrath o Nâsrâh (Ricciotti, 1941). Entrambi i
termini derivano dalla parola natsar e la lettera indica la tsadi.
Ricciotti ritiene che il significato originario di Nasrath (Nâsrâh) sia guardiana o custodiente , in
accordo con le possibili interpretazioni della parola natsar.
Notser נֹצֵר , e non mi risulta esistano altre tradizioni di vocalizzazione
Il nome deriverebbe dalla posizione alta del centro abitato rispetto alla pianura orientale, ma potrebbe anche riferirsi alla preziosa sorgente d'acqua, oggi chiamata Fontana della Madonna ,
che Nazaret custodisce.
La traslitterazione greca di Nasrath o Nâsrâh, in perfetto accordo con le regole linguistiche già
esposte, è Ναζαρεθ ( Ναζαρετ ) ovvero Ναζαρα
Da un punto di vista filologico, un abitante di questa città, secondo la regolare derivazione
dall ebraico, dovrebbe chiamarsi Ναζαρηνος
E abbiamo visto che invece , questo è un errore madornale
La forma Ναζωραιος potrebbe invece derivare da un nome come Nasôr (ath). Ricciotti ipotizza che
questo potesse essere il nome usuale di Nazaret nella pronuncia dei Galilei, il cui idioma era
caratteristico (G.Ricciotti: Vita di Gesù Cristo, 1941; nota al par. 259).
Ricciotti, alla pari di tutti gli Esegeti Ipercattolici che pensano a un Cristo parlante il Cinese ,
non tiene invece conto delle mutazioni che un sostantivo può avere incontrando le relative forme verbali collegate.
In Ebraico esiste una particolare forma detta BINIAN NIMRATZ ( costruzione intensiva )
בִּנְיָן נִמְרָץ
o MAQOR MUHLAT ( forma assoluta, decisa )
מָקוֹר מֻחְלָט
che serve per particolari costruzioni dei verbi :
Notzèr : CUSTODE , in questo caso non come sostantivo ma come participio presente ( custodente )
נֹצֵר
nell' imperativo assoluto Ebraico : Custodite !
diventa Natzòr
נָצוֹר
E questo spiega come mai i radattori Greci e poi gli Esegeti Cattolici abbiano , i primi manipolato , e i secondi non capito , il sostantivo notzer
נֹצֵר
creando poi quell'incredibile confusione di o e di a , di a e di o , per cui, traslitterando dalle varie lingue si sono create un'infinità di teorie sulle possibili origini remote o aramaiche dei termini.
Occcorre invece studiare la costruzione grammaticale dell' Ebraico
Uomini di Israele, udite queste parole: Gesù il Nazareno ( Ναζωραιον ) fu uomo accreditato da
Dio presso di voi con portenti, prodigi e segni, che per mezzo di lui Dio operò tra voi, come ben
sapete. (At II, 22)
Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, che passò beneficando e sanando quelli
che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui (At X, 38)
Quando egli entrò in Gerusalemme, si sconvolse tutta la città e ci si chiedeva: Chi è costui? . Le
folle rispondevano: E il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea (Mt XXI, 10-11)
Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, (Giuseppe) ebbe
paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò
ad abitare in una città chiamata Nazaret ( Ναζαρετ ), perché si adempisse ciò che era stato detto
dai profeti: Sarà chiamato Nazareno (
Ναζωραιος ) (Mt II, 22-23).
Bene , alla fine del breve tragitto esplicativo che vi ho fatto sulla grammatica Ebraica , risulta EVIDENTE che le citazioni sopra, dagli Atti , e da Matteo , nascono da una precisa volontà da parte dei redattori Greci di
manipolare le fonti Archetipe.
E sapete qual' è la prova maestra che si tratti di manipolazione e non incomprensione ?
Perchè sarebbe stato fin troppo facile ignorare completamente la questione e far nascere e crescere Gesù in una qualsiasi altra cittadina della Palestina.
Hanno fatto questa frittata per coprire qualcosa.
Che cosa ?
Bella domanda.
Apro il dibattito, post concluso.
A questo punto, Natzrat è stata inventata per coprire cosa ?
Esaminiamo :
Notzèr nel Tanakh
נֹצֵר
http://search.freefind.com/find.html?pagei...ics=1&s=ft&fr=0
Tutti i nomi di Gesù
Yehoshùa
יְהוֹשֻׁעַ
Yeshùa
יֵשׁוּעַ
Yeshù
יֵשׁוּ
Che sarebbe in realtà l' acronimo di
ימח שמו וזיכרו
Tento una possibile vocalizzazione
Yamàh Shemò Wezikhrò
יַמָח שֵׁמוֹ וְזִיכְרוֹ
Oppure
Yamàh Shemò Wezikkarò
יַמָח שֵׁמוֹ וֹזִיכָּרוֹ
Cancellate il suo nome e la sua memoria
E' la forma costrutta da :
Yamah shem shellò wezikkaròn shellò
יַמָח שֵׁמ שֶׁלּוֹ וְזִיכָּוֹך שֶׁלּוֹ
Ovvero :
שֵׁמ shem : nome
וְ : we ( la congiunzione )
זִיכָּרוֹך zikkaròn : memoria
שֶׁלּוֹ shellò : il suo ( maschile )
יְהוֹשֻׁעַ Yehoshùa nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...7%A2%D6%B7&s=ft
יֵשׁוּעַ Yeshùa nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...7%A2%D6%B7&s=ft
יֵשׁוּ Yeshu nel Tanakh : Non presente !
http://search.freefind.com/find.html?id=64...7%95%D6%BC&s=ft
Continuando , cosa copre la possibile invenzione di Natzrat ?
In Ebraico abbiamo : custode del patto : notzèr shel berìt
נֹצֵר שֶׁל בְּרִית
נֹצְרֵי בּרִית custodi del patto: notzrè berit ( forma costrutta )
Nel Tanakh compare :
נֹצְרֵי בְרִיתוֹ notzrè beritò : custodi del suo patto
http://search.freefind.com/find.html?pagei...ics=1&s=ft&fr=0
Riassumendo :
נֹצֵר : notzèr : guardiano, sentinella
נֵצֶר . nètzer : germoglio , rampollo
נָזִיר : nazìr : nazir ( monaco, separato, colui che fa un voto )
נֵזֶר : nèzer : capigliatura , corona
Voglio ora approfondire il sostantivo
nèzer
in Ebraico
נֵזֶר
nèzer ha il significato prevalente di capigliatura in senso esteso : come se fosse una corona di capelli , infatti riferito
a un uomo che hafatto voto di nazìr , si può dire che ha un nèzer sul capo :
un esempio dal Tanakh
www.mechon-mamre.org/f/ft/ft0229.htm
Esodo XXIX , 6
ו וְשַׂמְתָּ הַמִּצְנֶפֶת, עַל-רֹאשׁוֹ; וְנָתַתָּ אֶת-נֵזֶר הַקֹּדֶשׁ, עַל-הַמִּצְנָפֶת.
Puis tu placeras la tiare sur sa tête et tu assujettiras le saint diadème sur la tiare.
nèzer e nazìr
נ . ז . ר.
Infatti la radice si utilizza per fare l'infinito del verbo : linzòr : fare un voto, riferito proprio al Nazir
לִנְזוֹר
E in Ebraico abbiamo , molto simile : lindòr : fare un voto ( generico )
לִנְדּוֹר[/color]
nèzer e nazìr
sono poi vocalizzati in modo diverso :
נֵזֶר nèzer
נָזִיר nazìr
nèzer nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...6%B6%D7%A8&s=ft
nazìr nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...7%99%D7%A8&s=ft
nètzer nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...6%B6%D7%A8&s=ft
notzèr nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?oq=%D...=ALL&search=all
Annoto che il sostantivo : corona , in Ebraico è espresso anche da
kèter כֶּתֶר
( forse come ad indicare principalmente la corona come oggetto regale )
kèter nel Tanakh
http://search.freefind.com/find.html?id=64...6%B6%D7%A8&s=ft
דוד אות -
.
Allora, perchè possiate capire : in Ebraico le vocali non si scrivono , ma esiste un sistema di segni diacritici che fungono come vocali
per cui
דוד
così è dod : zio
דּוֹד
metre così è David , nome proprio
דָּוִד
Lo Yiddish non c'entra niente . Le citazioni le ho fatte dal Tanakh , lo Yiddish è proprio degli Ashkenaziti ,gli Ebrei Nordici della diaspora, come i Sefarditi ne sono i Meridionali .
דּוֹד אוֹת
zio ot -
.Yiddish - Italiano
בְּמִדְבַּר = Numeri
תּוֹרַת־קִנְאָה = La teoria - la gelosia
סוֹטָה = Mostro
גִּיטִן = cliccare
דוד אות = David Lettera
Ebraico - Italiano
סוֹטָה = pervertito
גִּיטִן = Gittata
דוד אות = David Segnale
Italiano - Greco
Allora Gesù , giù essendosi chinato col dito scriveva su la terra =
Τότε ο Ιησούς, αφού προσκύνησε με το δάχτυλό του, έγραψε στο έδαφος
©2011 Google
SANTO CIELO !
ma da dove saltano fuori quelle traduzioni ????
AD ES la mia firma :
דוד אות
si legge dod ot , e vuol dire zio ot . -
.
a cui aggiungo gli e-book
http://www.bol.it/download/ricerca?swe=&de...cf=&ta=&desCol=
zio ot -
.Ma la signora quale programma ha guardato? Certamente, con questa lettera, ha preso una brutta cantonata!
Non vuol dire nulla che << allontana i ragazzi dalla fede>> ! Ha analizzato tutte le teorie ( anche le più fantasiose, segnalandolo) arrivando alla conclusione che è molto probabile che Gesù sia realmente esistito. Era un' indagine AL DI LA' DELLA FEDE, come ricordato, solo STORICA.
Altre castronerie: VOYAGER non ha " Sostenuto,, che Gesù non è esistito; nè tantomeno che i Vangeli non esistono ( ! ) , addirittura ha analizzato anche i Vangeli apocrifi, non canonici; infine, Gesù POTEVA essere ascoltato, come è stato detto, proprio grazie alla particolare conformazione della collina!
Prima di spararle grosse, bisogna conoscere.
W VOYAGER!
Siamo al delirio , ma da una fogma di giornale come DIPIU , non credo ci si possa aspettare ---- dipiù.
Caro navi , .... e la cosa più comica è che di storico , nel servizio , c' è stato veramente ben poco : vi faccio un esempio :
lo sapete che Nazareth , in Ebraico Natzrat , in Arabo Al Nasirha , non è mai esistita ?
Quella attuale è una bufala fondata da Costantino nel IV Secolo .
E stiamo per presentare un servizio su quealla che noi pensiamo fosse la località di cui si parla nei Vangeli , ad esempio in Luca :" città edificata su un monte ".
Per i coraggiosi :
http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=42605807
Immaginate se Bob avesse proposto un servizio con notizie simili ....
Ad ogni modo , immmmmenso Bob |
zio ot