I misteri di Montauro
Affreschi, statue, portali, simboli enigmatici: è possibile che Montauro
sia stata crocevia di importanti società segrete?
Esiste un piccolo borgo, in Calabria, ricco di cunicoli, ruderi di insediamento ormai deserti e centri di protezione: è Montauro, in provincia di Catanzaro; viene già chiamata la Rennes-Le-Chateau italiana. Ma i misteri hanno inizio già dal suo nome: cosa significa?
La culla dell’Italia
Ufficialmente il toponimo, come sostengono la maggior parte degli studiosi, va ricercato nelle parole “ Oro crusus,, ( Monte d’ oro) , poichè si dice vi fossero delle cave aurifere dalle quali mai sarebbe stato estratto l’ oro. Ma vi sono anche altre ipotesi etimologiche: secondo alcuni, il nome deriverebbe da Montaurus ( Mons Taurus, Monte toro) , in quanto sulla cima del monte Paladino ci sarebbe stato un tempio dedicato al dio Toro, nel periodo in cui, secondo la leggenda, tra il Golfo di Lamezia Terme ed il Golfo di Squillace verso Reggio Calabria, territorio in cui sorge Montauro, si estendeva il Regno di re Italo ( Italo deriva infatti dall’ osco viteliu, cioè toro) , termine appunto da cui proviene la denominazione Italia; secondo altri, invece, deriverebbe da “ Mons Auronis,, ( Monte degli Aurunci) in quanto i villaggi dell’ area che va da Montepaone ( anticamente Aurunco) a Pietragrande di Montauro furono fondati dagli Aurunci, appartenenti alla stessa stirpe degli Ausoni, fatto confermato da un’ antica iscrizione nella chiesa di S. Pantaleone, il patrono ( Montis Auronis... ).
Uno dei monumenti più significativi è la medievale Grangia ( anticamente Grancia) di S. Anna, nel 12° secolo dedicata a S. Giacomo il maggiore, patrono di pellegrini e cavalieri e difensore contro i Saraceni, distrutta dal terremoto del ‘783: la documentazione relativa ai secoli 12° e 13° è andata perduta, mentre altri documenti sono sospetti od addirittura contraffatti. Ciò che sappiamo è che divenne proprietà dell’ Ordine della potente e feudale Certosa di S. Stefano del bosco ( oggi di Serra S. Bruno) e che nel ‘192 ottenne da Papa Celestino 3° l’ autorizzazione a passare sotto l’ osservanza dei cistercensi, collegati all’ Abbazia di Fossanova, posta su uno sperone intermedio, da cui dipese per oltre tre secoli. Tra il 14° ed il 15° secolo si verificò il cambio di dedica. Per le sue dimensioni, appare unica in tutto il mondo. Era una fortifica...
Affreschi, statue, portali, simboli enigmatici: è possibile che Montauro
sia stata crocevia di importanti società segrete?
La foto in copertina è di Guglielmo D'Arezzo
Esiste un piccolo borgo, in Calabria, ricco di cunicoli, ruderi di insediamento ormai deserti e centri di protezione: è Montauro, in provincia di Catanzaro; viene già chiamata la Rennes-Le-Chateau italiana. Ma i misteri hanno inizio già dal suo nome: cosa significa?
La culla dell’Italia
Ufficialmente il toponimo, come sostengono la maggior parte degli studiosi, va ricercato nelle parole “ Oro crusus,, ( Monte d’ oro) , poichè si dice vi fossero delle cave aurifere dalle quali mai sarebbe stato estratto l’ oro. Ma vi sono anche altre ipotesi etimologiche: secondo alcuni, il nome deriverebbe da Montaurus ( Mons Taurus, Monte toro) , in quanto sulla cima del monte Paladino ci sarebbe stato un tempio dedicato al dio Toro, nel periodo in cui, secondo la leggenda, tra il Golfo di Lamezia Terme ed il Golfo di Squillace verso Reggio Calabria, territorio in cui sorge Montauro, si estendeva il Regno di re Italo ( Italo deriva infatti dall’ osco viteliu, cioè toro) , termine appunto da cui proviene la denominazione Italia; secondo altri, invece, deriverebbe da “ Mons Auronis,, ( Monte degli Aurunci) in quanto i villaggi dell’ area che va da Montepaone ( anticamente Aurunco) a Pietragrande di Montauro furono fondati dagli Aurunci, appartenenti alla stessa stirpe degli Ausoni, fatto confermato da un’ antica iscrizione nella chiesa di S. Pantaleone, il patrono ( Montis Auronis... ).
Uno dei monumenti più significativi è la medievale Grangia ( anticamente Grancia) di S. Anna, nel 12° secolo dedicata a S. Giacomo il maggiore, patrono di pellegrini e cavalieri e difensore contro i Saraceni, distrutta dal terremoto del ‘783: la documentazione relativa ai secoli 12° e 13° è andata perduta, mentre altri documenti sono sospetti od addirittura contraffatti. Ciò che sappiamo è che divenne proprietà dell’ Ordine della potente e feudale Certosa di S. Stefano del bosco ( oggi di Serra S. Bruno) e che nel ‘192 ottenne da Papa Celestino 3° l’ autorizzazione a passare sotto l’ osservanza dei cistercensi, collegati all’ Abbazia di Fossanova, posta su uno sperone intermedio, da cui dipese per oltre tre secoli. Tra il 14° ed il 15° secolo si verificò il cambio di dedica. Per le sue dimensioni, appare unica in tutto il mondo. Era una fortifica...
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