1. Intervista a Francesco Grassi
    Ingegnere elettronico e membro del CICAP. E' il circlemaker del cerchio nel grano di Voyager

    Cerchi nel grano, parla il CICAP: Intervista a Francesco Grassi
    Ingegnere elettronico e membro del CICAP. E' il circlemaker del cerchio nel grano di Voyager



    Classe 1966, è Ingegnere Elettronico. Si occupa dello sviluppo di progetti nel campo della gestione elettronica delle informazioni aziendali. Nel 1997 decide di dedicarsi ad attività di divulgazione scientifica collaborando con il CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale costituito nel 1989 da Piero Angela. Nello stesso anno fonda il "Gruppo Lombardia" del CICAP. Partecipa a numerose indagini di sperimentazione su casi relativi al paranormale e alle pseudoscienze e da diversi anni si dedica allo studio critico del fenomeno "Cerchi nel Grano" e diventa circlemaker, suo è il famoso cerchio di Marocchi e molti altri. Insieme all'esperto inglese Matthew Williams, ha realizzato una formazione davanti alle telecamere di Voyager in una puntata storica che andò in onda il 27 novembre 2006 (ma la sua collaborazione con la trasmissione ha inizio nel 2004 con altri esperimenti). Aspettando la serie 26 di Voyager, in onda da stasera alle 21.10 su Rai 2, ripercorreremo insieme quel momento con l'intervista all'Ing. Francesco Grassi.

    Francesco, prima ancora che tu diventassi un esperto, cosa ti ha portato ad interessarti al mondo dei crop circles? Hai mai pensato che potesse trattarsi di un fenomeno paranormale?

    Sono sempre stato appassionato di misteri, il fenomeno UFO mi ha affascinato sin da quando ero ragazzo e intorno al 1997, all'inizio della mia attività con il CICAP, ho cominciato a entrare nel merito di quello dei cerchi nel grano.
    I cerchi mi hanno affascinato per l'enorme complessità che risulta emergere da un'apparente semplicità. E' semplice appiattire un'area circolare in un campo di grano, ma come mai il fenomeno è cresciuto e si è trasformato in maniera così drastica a partire dalle prime forme semplici apparse nei campi inglesi nei primi anni '80? Come mai questo fenomeno tocca delle corde molto profonde dell'animo umano? E' ...

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    Last Post by marek il 17 Dec. 2014
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  2. 10500 a. C. la data dei misteri

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    10500 a. C.,
    la data dei misteri




    Da sempre, gli uomini cercano di lasciare testimonianza del loro passaggio sulla Terra, ma il solo supporto in grado di resistere al trascorrere dei secoli è la pietra... E gli antichi lo sapevano bene. Tutte le grandi costruzioni del passato più remoto sembrano voler fissare con precisione la data in cui sono state erette, usando come riferimento la volta celeste, unico modo per calcolare il tempo in modo assoluto: dunque il cielo trasferito sulla Terra. Si, ma perchè il cielo?

    Se si lega una data alla posizione delle stelle in quel momento, si evita la possibile incomprensione del messaggio che si vuole lasciare, dovuto per esempio alla diversità dei linguaggi da un’ epoca all’ altra. Basta capire il meccanismo e considerare il fatto che il cielo cambia aspetto con il trascorrere dei millenni: è la cosiddetta precessione degli equinozi, cioè l’ anticipo degli equinozi rispetto all’ anno precedente.
    Eppure, qualcosa non quadra: seguendo questo ragionamento, i più antichi edifici giunti fino a noi sembrerebbero essere molto più antichi rispetto a quanto ritenuto sinora, addirittura risalenti ad un periodo che va dal 10500 a. C. al 10450 a. C. circa, un periodo in cui, secondo l’ archeologia ufficiale, l’ uomo si trovava ancora nell’ Età della pietra, un’ età che non conosceva ancora alcuna civiltà!

    Non stiamo parlando di semplici macerie, ma dei siti più grandi ed importanti del mondo: il tempio di Angkor- Wat in Cambogia, che ripropone la rappresentazione della costellazione boreale del drago così come appariva 12.500 anni fa; le piramidi di Giza, che rappresentano la costellazione di Orione come appariva in quello stesso periodo; o Tiahuanaco in Bolivia, i cui resti si estendono per 4.500 chilometri quadrati.
    Proprio a Tiahuanaco è presente una grande vasca rettangolare, il “ Tempio sotterraneo,,, che contiene tre steli incredibilmente posizionate come le stelle della Cintura di Orione, proprio come le tre piramdi di Giza. Queste ultime, che tradizionalmente si fanno risalire alla quarta dinastia, andrebbero retrodatate: in questo caso, i faraoni Cheope, Chefren e Micerino sarebbero stati non i committenti del complesso, ma solo dei continuatori dell’ opera di costruzione già progettata ed avviata. La tecnologia utilizzata infatti non fu mai più riprodotta dagli antichi Egiziani. Anche la Sfinge, la più grande scultura della Terra, pare essere stata costruita nel 10500 a. C., sia per motivi astronomici ( probabilmente possedeva una testa di leone, esattamente l’ era in cui l’ umanità si trovava in quella data) , sia per motivi geologici ( presenta tracce erosive di una grande inondazione avvenuta soltanto in quel periodo) . Solo coincidenze?

    Angkor- Wat, invece, contiene ol...

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    Last Post by .Dante. il 10 Mar. 2014
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  3. RECENSIONE: Da dove veniamo? di R. Giacobbo
    Le nostre origini più antiche con l'ultimo libro di Roberto Giacobbo e una finestra sull'ultimo capolavoro fantascientifico di Ridley Scott

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    Da dove veniamo? Aspettando Voyager uno sguardo
    alle nostre origini più antiche con l'ultimo libro di R. Giacobbo


    dadoveveniamo2copia


    Una domanda sul nostro più antico passato, una domanda che ci proietta verso l'infinito: da dove veniamo? Tre sole parole, ma la risposta non è altrettanto semplice, anzi, la risposta l'uomo non ce l'ha ancora! E' una di quelle domande che ne racchiude al suo interno delle altre: Come e soprattutto quando l'uomo è apparso sulla Terra? E se non fossimo la prima civiltà evoluta che ha abitato e abita questo pianeta? Inizia adesso un viaggio tra storie, mondi e meraviglie!

    Roberto Giacobbo ci coinvolge in questa indagine condividendo un'avventura ricca di fascino e mistero che ci trasporta nella più remota notte dei tempi. Con Da dove veniamo? è in libreria da qualche mese. Il libro, edito da Rai Eri Mondadori, non poteva che catturare l'attenzione dei fan del mitico programma televisivo di divulgazione che, come dei famelici avvoltoi, hanno assaltato le librerie nel suo giorno di uscita!

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    L'ideatore, autore e conduttore di Voyager, dopo le pubblicazioni bestseller degli scorsi anni come 2012: la fine del mondo? (2009), Templari: dov'è il tesoro? (2010), Aldilà: la vita continua? (2011), ritorna con il suo stile comunicativo unico, estremamente semplice ed avvincente, in grado non soltanto di rendere piacevole e mai noiosa la lettura, ma anche di trasmetterci quell'emozione che è inevitabile provare quando si hanno tra le mani oggetti a dir poco enigmatici: antiche pietre raffiguranti scontri epici fra uomini e dinosauri, niente di meno; o ancora, ossa appartenute a uomini, pensate, alti incredibilmente non meno di sette metri!

    Dopo circa vent'anni di viaggi tra antichi e misteriosi siti archeologici, l'autore mostra, in quest'ultima opera letteraria, una serie di sorprendenti indizi che suggerirebbero scenari del tutto nuovi e affascinanti e che alimenterebbero i sospetti di un'altra storia sulle radici del nostro passato. Molti sono infatti gli interrogativi che mettono in discussione quanto sino ad oggi ci è stato raccontato dalla storia ufficiale. Un giro del mondo in poco più di 200 pagine, sulle tracce di una storia ancora tutta da scoprire. A casa nostra la tappa che offre maggiori indizi è certamente la Sardegna.

    Al lettore il compito di interpretare e valutare ciò che i propri occhi leggono tra ...

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    Last Post by .Dante. il 13 Sep. 2012
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  4. 2012, messaggi di pace dall'antichità

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    2012, messaggi di pace dall'antichità

    2012ji


    Venerdì 21 dicembre 2012: la fatidica data si sta avvicinando! Ed ecco che si moltiplicano improbabili bunker sotterranei in grado di sopravvivere alla "fine del mondo". Una antica profezia che starebbe per compiersi. Una mappa apocalittica della superficie terrestre disegnata da Gordon Michael Scallion. Sono ormai numerose le volte in cui Voyager ha affrontato questa pura follia, per informare razionalmente il pubblico. Ma se questo è un fenomeno che continua ad esistere, è bene continuare ad occuparsene. Come ci ricorda Roberto Giacobbo, che da anni affronta tematiche scivolose senza pregiudizi, banalizzare questi argomenti sarebbe stupido ed inopportuno, in quanto non risolverebbe il dubbio di chi ce l’ha. E’ bene affrontarli per chiarirne tutti gli aspetti.
    Assistiamo ad una paura insensata e senza fondamenta. Ma... Lanciata da chi?

    Tutto nasce dalla civiltà maya. Attenzione, non è una profezia. I Maya inizialmente avevano due calendari, l’uno rituale, l’altro solare. Questi, combinati insieme, avevano una durata limitata di 52 anni, l’età media dei Maya del tempo. Per questo elaborarono un terzo calendario, un calendario cosmico, chiamato Lungo Computo, che comincia con la creazione, cioè l’inizio (per i Maya) della nostra epoca, il 13 agosto 3114 a. C.. Poiché avevano una visione del tempo come fenomeno ciclico (e non lineare come la nostra concezione), che si rinnova attraversando ogni volta un periodo di grandi cambiamenti, anche il Lungo Computo finisce. L’era attuale sarebbe finita dopo 13 cicli da 144.000 giorni, quindi il 21 dicembre 2012. Secondo questo popolo, esistente ancora oggi, in quella data ci sarà un cambiamento in positivo, l’umanità si evolverà, forse anche grazie all’aiuto di divinità.

    Dunque, una visione positiva del cambio di era. La fine di un mondo, per come lo conosciamo. Ma la cosa straordinaria, sta nel fatto che anche altre civiltà, mai venute a contatto, lontane tra di loro nel tempo e nello spazio, abbiano indicato in questa data un punto di rinnovo, ognuno nel proprio calendario, che per noi oggi, tenendo conto dell’errore commesso da Dionigi il piccolo, corrisponde al 21 dicembre 2012. Sono la civiltà egiziana, indiana d’America, cambogiana, boliviana, Dogon. Ovviamente, ogni popolo considerava che il proprio dio si sarebbe rivelato agli uomini. Le profezie dei Maya si sono sempre rivelate estremamente esatte, basti ricordare l’eclissi solare del 19 agosto del ‘99, prevista incredibilmente 5.000 anni prima, con soli 33 secondi di errore! Il loro metodo è semplice: basta tenere conto dei vari cicli che si ripetono, come in una spirale. Anche Nostradamus sembra essersi riferito al 2012 in una famosa quartina, tradotta da...

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    Last Post by .Dante. il 14 July 2012
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  5. Machu Picchu, La città perduta

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    Machu Picchu,
    La città perduta


    machupicchu


    Esiste una città, arroccata sulle Ande del Perù, che non ha ancora smesso di rivelarci i suoi affascinanti segreti. Il suo nome: Machu Picchu. Situata in una zona difficile da raggiungere, risultò invisibile persino ai conquistadores spagnoli ed ai missionari cristiani. Sul suo crinale sono presenti oltre 200 edifici, scoperti un secolo fa dal giovane esploratore americano Hiram Bingham dell’ Università di Yale. Si trova in un luogo impervio, tra due faglie ed ogni anno era inondata da piogge torrenziali, che provocavano delle frane; ma al contempo, era vicina a delle sorgenti di acqua dolce e conteneva una riserva di granito, verso cui è diretta una cava. Per affrontare il problema dell’acqua, gli ingegneri hanno creato terrazze e collocato canali di scolo. Nel periodo del suo massimo splendore, era in grado di ospitare soltanto tra le 700 e le 1.000 persone; per questo c’ è chi ritiene si trattasse di un luogo esclusivamente dedicato al culto. Il problema fondamentale, tuttavia, è un altro: chi la costruì? E quando?

    Ufficialmente, fu eretta tra il 15° ed il 16° secolo dagli Inca, ma è pur vero che alcuni studiosi, leggendo particolari allineamenti astronomici in questo antico insediamento, sono giunti alla conclusione che la città non può che risalire al periodo che va dal 4000 a. C. al 2000 a. C.. Perchè tanta differenza con la datazione ufficiale? Probabilmente perchè quest’ultima si basa su alcune rilevazioni effettuate sugli edifici più esterni: non è pertanto affidabile circa la datazione dell’intera città, dato che gli edifici che si trovano intorno possono essere stati costruiti più tardi, in una zona periferica rispetto ad essa. Infatti, l’obliquità della Terra all’epoca in cui fu tracciata la pianta di Machu Picchu era di 24°, ossia nel 3172 a. C.. Gli ultimi ad abitarla, per trovare rifugio, furono gli Inca, fuggiti dagli spagnoli di Francisco Pizarro, i quali avevano ucciso a tradimento il loro re Atahualpa. Per cercare di trovarli, i conquistadores compirono scorrerie a Cuzco, ma non riuscirono mai a capire dove si nascondessero.

    Si distinguono tre fasi nella costruzione delle mura: in un primo momento, le pietre venivano scolpite ed utilizzate interamente; successivamente, venivano modellate e sagomate con grande facilità; infine, la lavorazione diventò più grezza e tutto più semplice, come se la tecnologia, invece di avanzare, fosse regredita inspiegabilmente. In questo luogo, si trovano inoltre numerose mura ciclopiche, realizzate con dozzine di blocchi poligonali giganteschi, scolpiti ed incastrati perfettamente fra loro, senza l’ ausilio di malta o di cemento: è rag...

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    Last Post by .Dante. il 12 June 2012
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