Replying to RECENSIONE: Da dove veniamo? di R. Giacobbo

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  1. Posted 13/9/2012, 19:54
    Da dove veniamo? Aspettando Voyager uno sguardo
    alle nostre origini più antiche con l'ultimo libro di R. Giacobbo


    dadoveveniamo2copia


    Una domanda sul nostro più antico passato, una domanda che ci proietta verso l'infinito: da dove veniamo? Tre sole parole, ma la risposta non è altrettanto semplice, anzi, la risposta l'uomo non ce l'ha ancora! E' una di quelle domande che ne racchiude al suo interno delle altre: Come e soprattutto quando l'uomo è apparso sulla Terra? E se non fossimo la prima civiltà evoluta che ha abitato e abita questo pianeta? Inizia adesso un viaggio tra storie, mondi e meraviglie!

    Roberto Giacobbo ci coinvolge in questa indagine condividendo un'avventura ricca di fascino e mistero che ci trasporta nella più remota notte dei tempi. Con Da dove veniamo? è in libreria da qualche mese. Il libro, edito da Rai Eri Mondadori, non poteva che catturare l'attenzione dei fan del mitico programma televisivo di divulgazione che, come dei famelici avvoltoi, hanno assaltato le librerie nel suo giorno di uscita!

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    L'ideatore, autore e conduttore di Voyager, dopo le pubblicazioni bestseller degli scorsi anni come 2012: la fine del mondo? (2009), Templari: dov'è il tesoro? (2010), Aldilà: la vita continua? (2011), ritorna con il suo stile comunicativo unico, estremamente semplice ed avvincente, in grado non soltanto di rendere piacevole e mai noiosa la lettura, ma anche di trasmetterci quell'emozione che è inevitabile provare quando si hanno tra le mani oggetti a dir poco enigmatici: antiche pietre raffiguranti scontri epici fra uomini e dinosauri, niente di meno; o ancora, ossa appartenute a uomini, pensate, alti incredibilmente non meno di sette metri!

    Dopo circa vent'anni di viaggi tra antichi e misteriosi siti archeologici, l'autore mostra, in quest'ultima opera letteraria, una serie di sorprendenti indizi che suggerirebbero scenari del tutto nuovi e affascinanti e che alimenterebbero i sospetti di un'altra storia sulle radici del nostro passato. Molti sono infatti gli interrogativi che mettono in discussione quanto sino ad oggi ci è stato raccontato dalla storia ufficiale. Un giro del mondo in poco più di 200 pagine, sulle tracce di una storia ancora tutta da scoprire. A casa nostra la tappa che offre maggiori indizi è certamente la Sardegna.

    Al lettore il compito di interpretare e valutare ciò che i propri occhi leggono tra le righe del libro, il mondo è pieno di indizi, sicuri di non avere dubbi? Indizi che è possibile toccare con mano. Dove? Ma sulla pietra, naturalmente. Le cosiddette "ossa" della Terra, come li definivano gli antichi Greci. Sì, perché queste sono in grado di perdurare nel tempo, restando immutate negli anni, nei secoli, nei millenni. Pietre che talvolta vengono plasmate dalla mano dell'uomo: è pressoché facile datare una roccia ma non risalire con esattezza a chi le ha in qualche modo trasformate, a volte con una precisione straordinariamente millimetrica.

    Esiste una storia che ci manca, esiste qualcosa di diverso da quello che ci hanno sempre raccontato a scuola. Oggetti inspiegabili per il periodo storico cui appartengono, ritrovamenti archeologici impossibili che rievocano un capitolo della Genesi in cui il mondo pare essere popolato da uomini giganti, e poi monoliti ciclopici perfettamente allineati con stelle lontane. E ancora, miti antichi che raccontano di catastrofi naturali dimenticate nel tempo. Tutto questo ci consente di porci qualche domanda circa le nostre vere origini.

    E' possibile che sia già esistito un "ultimo" uomo? Con questa domanda si apre l'indagine di Roberto Giacobbo. Un'indagine che, come scrive l'autore, ha il sapore del diario di viaggio, dell'avventura, attraverso uomini che hanno raccontato la loro storia e quella del proprio popolo, con i loro siti archeologici e con le loro domande su una storia remota su cui si deve ancora fare luce.
    E' molto interessante e soprattutto opportuno l'invito che inizialmente viene fatto al lettore, ovvero di pensare la Terra con i suoi reali anni di età al fine di comprendere quanto sia effettivamente recente la civiltà del nostro tempo: partiamo dal presupposto che la Terra vive da ben 4 miliardi e mezzo di anni. 400 milioni di anni fa compaiono le prime piante e i primi animali; 230 milioni di anni fa fanno la loro comparsa i mitici dinosauri; arriviamo all'Homo Sapiens, questo compare "solo" 35.000 anni fa. La costruzione della prima piramide risale a meno di 5.000 anni fa. Ora, se si pensa che i dinosauri siano scomparsi circa 65 milioni di anni fa, quando i continenti formavano ancora la Pangea, ci accorgiamo di quanto pochi siano gli anni che l'uomo sta vivendo sulla Terra. Da qui la domanda che ci accompagnerà nella lettura del libro: è possibile, considerando il periodo compreso tra la scomparsa dei dinosauri e oggi, che la nostra civiltà sia stata la sola ad essersi evoluta sulla Terra? Se questo è bastato ad incuriosirvi, sappiate che è solo la premessa di un libro ricco di colpi di scena, nulla di fantascientifico, semplicemente la realtà.

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    Molti ritengono discutibile l'approccio che Giacobbo ha del c.d. detto-non detto, una peculiarità che rilevano anche nella trasmissione; ma quel che molti non capiscono è che l'uomo ha ancora molte lacune, ignora indubbiamente tanto, non ha soluzioni a molti quesiti, e questo dobbiamo ammetterlo con umiltà senza se e senza ma. Non è dunque possibile dare una risposta ad ogni domanda che l'uomo si pone, specie per argomenti tanto delicati. A questo punto chiedo a coloro i quali condividono questa critica, come ovviare a ciò? In mancanza di risposte, come affrontereste la cosa? Personalmente, mi accontento di conoscere per lo meno le domande piuttosto che disconoscere totalmente l'argomento. D'altronde, solo una domanda può puntare oltre! Inoltre, l'autore stesso avverte il lettore definendo la propria opera letteraria non un classico libro di storia, ma piuttosto un libro che ipotizza un'altra storia.

    In genere, per tutti i libri che leggo, penso che una buona dose d'informazione sia data non soltanto da quanto si sà già ma anche da quanto non si conosce ancora. E' proprio questo tipo di giornalismo che dovrebbe invitare un qualsiasi lettore a prendere atto di quanto ancora l'uomo debba lavorare affinché possano essere risolti dilemmi e, in questo caso, incongruità storiche. Pertanto vi suggerisco la lettura dell'ultimo libro di Roberto Giacobbo qualora non lo abbiate già letto. Ad ogni modo, anche di questo argomento si parlerà a Voyager nella sua 22esima serie in onda da domani ogni venerdì alle ore 21.05, su Rai 2.

    Prima di salutarvi però vi segnalo un film che mi sta incuriosendo non poco per la tematica che affronta, per molti versi del tutto simile a quanto scritto finora. Si tratta dell'ultima produzione cinematografica di Ridley Scott, regista quasi ottantenne, autore del capolavoro fantascientifico Blade Runner e del colossal epico Il Gladiatore. Prometheus è il titolo del film, ma è anche il nome dell'astronave che ospiterà un gruppo di scienziati in rotta verso un misterioso pianeta alla scoperta delle proprie origini, o, per meglio dire, alla scoperta del Creatore.

    E se la ricerca delle nostre origini portasse alla fine dell'umanità?

    Il film uscirà nelle sale cinematografiche domani, 14 settembre, esattamente in concomitanza con l'inizio di Voyager, non a caso =). Di seguito il trailer.



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