1. I misteri di Montauro
    Affreschi, statue, portali, simboli enigmatici: è possibile che Montauro sia stata crocevia di importanti società segrete?

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    Templari
    By .Dante. il 23 May 2013
     
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    I misteri di Montauro
    Affreschi, statue, portali, simboli enigmatici: è possibile che Montauro
    sia stata crocevia di importanti società segrete?


    png
    La foto in copertina è di Guglielmo D'Arezzo



    Esiste un piccolo borgo, in Calabria, ricco di cunicoli, ruderi di insediamento ormai deserti e centri di protezione: è Montauro, in provincia di Catanzaro; viene già chiamata la Rennes-Le-Chateau italiana. Ma i misteri hanno inizio già dal suo nome: cosa significa?

    La culla dell’Italia

    Ufficialmente il toponimo, come sostengono la maggior parte degli studiosi, va ricercato nelle parole “ Oro crusus,, ( Monte d’ oro) , poichè si dice vi fossero delle cave aurifere dalle quali mai sarebbe stato estratto l’ oro. Ma vi sono anche altre ipotesi etimologiche: secondo alcuni, il nome deriverebbe da Montaurus ( Mons Taurus, Monte toro) , in quanto sulla cima del monte Paladino ci sarebbe stato un tempio dedicato al dio Toro, nel periodo in cui, secondo la leggenda, tra il Golfo di Lamezia Terme ed il Golfo di Squillace verso Reggio Calabria, territorio in cui sorge Montauro, si estendeva il Regno di re Italo ( Italo deriva infatti dall’ osco viteliu, cioè toro) , termine appunto da cui proviene la denominazione Italia; secondo altri, invece, deriverebbe da “ Mons Auronis,, ( Monte degli Aurunci) in quanto i villaggi dell’ area che va da Montepaone ( anticamente Aurunco) a Pietragrande di Montauro furono fondati dagli Aurunci, appartenenti alla stessa stirpe degli Ausoni, fatto confermato da un’ antica iscrizione nella chiesa di S. Pantaleone, il patrono ( Montis Auronis... ).

    Uno dei monumenti più significativi è la medievale Grangia ( anticamente Grancia) di S. Anna, nel 12° secolo dedicata a S. Giacomo il maggiore, patrono di pellegrini e cavalieri e difensore contro i Saraceni, distrutta dal terremoto del ‘783: la documentazione relativa ai secoli 12° e 13° è andata perduta, mentre altri documenti sono sospetti od addirittura contraffatti. Ciò che sappiamo è che divenne proprietà dell’ Ordine della potente e feudale Certosa di S. Stefano del bosco ( oggi di Serra S. Bruno) e che nel ‘192 ottenne da Papa Celestino 3° l’ autorizzazione a passare sotto l’ osservanza dei cistercensi, collegati all’ Abbazia di Fossanova, posta su uno sperone intermedio, da cui dipese per oltre tre secoli. Tra il 14° ed il 15° secolo si verificò il cambio di dedica. Per le sue dimensioni, appare unica in tutto il mondo. Era una fortificazione che serviva per difendersi dai nemici ed anche un piccolo convento dentro il quale venivano create fattorie che favorivano il commercio ed il mantenimento del territorio.

    In passato la Grangia faceva parte di un vero e proprio modello di azienda agricola a cui facevano capo i terreni ed il complesso degli stessi edifici che la costituivano. Non molto distante, nella parte orientale del borgo, si trova una delle chiese più antiche del comprensorio, la chiesa matrice di S. Pantaleone, edificio fortificato, costruito a più livelli e piani sovrapposti ( la dedica a tale santo orientale fa pensare ad una prima fondazione nel Medioevo) . L’ ingresso della costruzione ha un perfetto orientamento occidentale, mentre l’ abside presenta un orientamento orientale. Nel muro esterno del lato meridionale vi è una parte di parete lavorata in modo diverso che dà l’ impressione che in passato vi sia stato attaccato un corpo di fabbrica esterno ma congiunto alla chiesa stessa e ciò lo possono dimostrare i fori di pali ancora presenti ed un affresco interno alla chiesa che porta la data del ‘753. Al di sotto del mosaico raffigurante il santo, sulla facciata, è riportata la frase “ Ne timeas Montaure protector tuus sum,, ( Non temere Montauro, sono il tuo protettore) che si ritrova anche nell’ affresco interno a sinistra dell’ entrata, sulla base dell’ ampolla contenente il sangue di S. Pantaleone; ai lati dell’ ingresso ci sono due affreschi paesistici che ricordano l’ arrivo delle due reliquie di S. Pantaleone a Montauro, ovvero l’ arrivo del frammento dell’ osso della nuca ( rappresentato in quello settentrionale, che reca iscritta la stessa frase dell’ ingresso) e quello del sangue nel ‘753, come testimoniato dalla iscrizione ( rappresentato nell’ affresco meridionale) . Il documento più antico che fa riferimento alla chiesa montaurese porta la data del ‘569. L’ aspetto esterno non sembra quello di una chiesa; è possibile infatti che non lo fosse ( alcuni pensano che inizialmente tale struttura sia stata un castello dedicato a S. Giacomo) , o comunque se già nacque così, nacque come chiesa fortezza, anche perchè la facciata originaria era molto diversa da quella odierna: la sua recente impostazione è testimoniata dall’ epigrafe di marmo inserita nella muratura sopra il portale, con l’ iscrizione “ Terribilis est locus iste,, ( Questo è un luogo terribile) e di sotto “ Hic domus Dei est 1828,, ( Nella casa di Dio ‘828) . Tale tipologia fortificata si ritrova spesso in contesti costieri con problemi di difesa da attacchi dal mare.

    L’ edificio fortificato comunque, a giudicare dai paramenti murari, potrebbe risalire al 12° secolo. L’ altare maggiore è datato da un’ iscrizione, posta sul retro del tabernacolo, al ‘774; sul retro sono visibili i resti di un altare forse più antico; dietro l’ altare maggiore è collocato un coro ligneo intagliato del 17° secolo, sopra il quale si possono apprezzare due grandi affreschi, firmati e datati anch’ essi da un’ iscrizione posta alla base “ Dominicus Costantinus pingebat 1523,, . Nè della Grangia, nè della chiesa matrice conosciamo i costruttori.


    Una chiesa fortificata: perchè?

    Quella di S. Pantaleone è in origine una chiesa fortificata, a causa della seconda militarizzazione della Calabria, al tempo dei Turchi ( la prima avvenne al tempo dei Saraceni).

    In questa occasione la regione venne tutta fortificata e dato che occorrevano fortificazioni di tipo moderno, poichè l’ attacco al nemico era anche un rito di artiglieria e di armi moderne, occorsero muri molto grossi, con delle particolari architetture militari a spiovente. Il pericolo turco venne fugato definitivamente dalla Battaglia di Lepanto: tuttavia le incursioni, le minacce ed i rapimenti non cessarono del tutto. I Turchi, comunque, non minacciarono più militarmente: dopo Lepanto, la superiorità militare ed anche umana del mondo occidentale è tale che i Turchi rinuncino alle pretese di conquista. Per questo, l’ armamentario militare, imponente ma anche costoso, cominciò ad essere dismesso ed avvenne una sorta di riciclaggio.

    montauro3

    S. Pantaleone.
    Il rosone dedicato al santo si trova sulla facciata.




    Fra Templari, Rosacroce e Massoneria

    Esistono curiose e sorprendenti coincidenze in questo luogo, individuate dal ricercatore Giuseppe Pisano. Innanzitutto, Montauro si trova esattamente sulla linea retta virtuale che collega in modo geometrico Rennes- Le- Chateau con Gerusalemme, in uno dei molto pochi lembi di terraferma che separa le due località. Per quanto riguarda la Grangia, l’ abbazia a cui era collegata era templare: in essa sono tuttora presenti simboli appartenenti all’ Ordine del Tempio. Riguardo la chiesa di S. Pantaleone ( santo venerato dai Templari) , invece, vi sono numerosi elementi che la accomunano alla famosa chiesa francese di S. Maria Maddalena: l’ epigrafe “ Terribilis est locus iste,, ; una caratteristica anomala ma non rara è che i quadri della via Crucis sono disposti al contrario, in senso antiorario; eccettuando le statue di S. Francesco da Paola donata nel ‘35 da una famiglia del luogo, di Gesù e Maria Santissima ( del Rosario, Immacolata ed Addolorata) e del patrono, le statue rimanenti di S. Giuseppe, S. Rocco, S. Alessandro, S. Antonio e S. Lucia formano, con le lettere iniziali, la parola “ Graal,, ; le statue della Madonna e di S. Giuseppe portano entrambe Gesù tra le braccia; sulla lapide che ricorda il curato Jean Jacques Olier vi è il monogramma “ Ma,, ( formato da una M con una A sovrapposta, somigliante al simbolo massonico della squadra e del compasso incrociati) inciso su un’ ostia raffigurata alla base dell’ altare della Madonna del Rosario ed è una rappresentazione posta sopra la raffigurazione di un calice; in alto sulla destra dell’ altare maggiore è posta la prima stazione della via Crucis nell’ angolo nordorientale; sul quadro di quest’ ultima si trova un soldato franco ( e non romano) con un elmo simile a quello utilizzato dalle truppe di Dagoberto 2° ( l’ ultimo sovrano dei Merovingi) ed il cielo al tramonto; i livelli sotterranei, in cui è presente la cripta, non sono stati portati alla luce completamente, anche se molti montauresi sono pronti a giurare che verso la metà del secolo scorso vennero effettuati alcuni lavori, tra cui quelli relativi alla messa in opera della nuova pavimentazione e fu rinvenuto uno scheletro su una poltrona; si possono riscontrare lapidi votive con lettere rialzate e date sbagliate, alcune delle quali evidenziano più volte la datazione ‘781, anno coincidente con la stele di Marie de Nègre, la tomba più celebre del cimitero di Rennes-Le-Chateau, la quale apparteneva allo stesso ceppo di Jacques Etienne Marconis de Nègre, che nell’ ‘838 fonderà il rito massonico di Memphis ed il marito era discendente diretto di Bertrand de Blanchefort, Gran maestro dei Templari.

    Ma i misteri della chiesa non finiscono qui: la scritta che appare nella parte inferiore dell’ iscrizione su marmo inserito nella muratura “ Hic domus Dei est 1828,, riporta una data singolare in cui ricorre il settecentesimo anno dall’ approvazione della regola dell’ Ordine templare ( ‘128) ed è inoltre l’ anno in cui ha inizio la vicenda dei Neotemplari della Chiesa gioannita dei cristiani primitivi, fondata da Fabrè Palaprat; il corpo di fabbrica esterno potrebbe essere stato una Precettoria templare e la chiesa un vero e proprio tempio dei Cavalieri; c’ è chi dice che tra le varie tombe rinvenute nella chiesa montaurese ne fu trovata una appartenente ad una donna d’ alto lignaggio; sempre all’ interno si possono scorgere enigmatici stemmi ( raffiguranti il cerchio, la corona e le foglie d’ acanto) , un dipinto della volta dell’ abside raffigurante il cielo stellato e la discesa dello Spirito santo su Maria e gli Apostoli, gigli bianchi; al centro della croce in pietra ( di tipo templare) , posizionata sul portale d’ ingresso, vi sarebbe stata una rosa ( simbolo dei Cavalieri bizantini di Rodi o della Rosa ai quali si ispirarono i Templari ed i Rosacroce) . Infine, uno scoop: nella cripta, oggi murata, anni fa durante dei lavori sono state scattate alcune foto, solo di recente rese note, in cui si può notare una lapide marmorea con raffigurate due stelle a sei raggi ( simboli associati ad ambienti legati ai Templari) . Dove finisce la Storia, inizia la leggenda.


    Enigmi a spasso per le vie

    Sono stati rinvenuti simboli particolari in vari luoghi. Ad esempio sui portali di alcuni palazzi gentilizi ( è il caso del Palazzo Di Florio, oggi Spadea) , mentre nella centrale Piazza Zanardelli è ancora ben visibile la “ Croce di Salomone,, o “ Nodo di Salomone,, inciso su granito; è inoltre possibile scorgere, su alcune rocce, l’ incisione del cerchio sormontato da una croce con una S, che potrebbe rappresentare un’ antica segnalazione utile a delimitare i terreni appartenenti ai monaci del monastero di S. Stefano del bosco ( oggi Certosa di Serra S. Bruno).

    montauro1

    Simbolo templare.
    E’ inciso su una lastra, trasformata in seguito da qualcuno come gradino della propria casa.



    montauro2

    Un Cavaliere Templare?
    In questo palazzo ci sarebbero strani cunicoli, tesori nascosti ed una cappella privata.



    Per chi volesse approfondire l'argomento, segnalo il libro "La Grangia di Montauro ed il suo territorio", di Marialetizia Buonfiglio, edito da Ursini.
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  1. .Dante.
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    23/5/2013, 16:04     +1   +1   -1
     
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    Complimenti navi! Ottimo lavoro! ;)
     
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    Grazie! Ho solo cercato di trasmettere il fascino di questo luogo, che ho avuto il piacere di visitare per ben 2 volte, al fine di raccogliere più materiale possibile per la ricerca!
     
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  3. sasa3
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    scusate ma la foto di copertina non è Montauro cambiatela per favore
     
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    CITAZIONE (sasa3 @ 28/5/2014, 23:47) 
    scusate ma la foto di copertina non è Montauro cambiatela per favore

    Giro la sua richiesta all' amministratore.
     
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    CITAZIONE (sasa3 @ 28/5/2014, 23:47) 
    scusate ma la foto di copertina non è Montauro cambiatela per favore

    In realtà si tratta proprio di Montauro.
     
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  6. Aldo Mercurio
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    CITAZIONE (.Dante. @ 23/5/2013, 14:15) 
    I misteri di Montauro
    Affreschi, statue, portali, simboli enigmatici: è possibile che Montauro
    sia stata crocevia di importanti società segrete?


    png
    La foto in copertina è di Guglielmo D'Arezzo



    Esiste un piccolo borgo, in Calabria, ricco di cunicoli, ruderi di insediamento ormai deserti e centri di protezione: è Montauro, in provincia di Catanzaro; viene già chiamata la Rennes-Le-Chateau italiana. Ma i misteri hanno inizio già dal suo nome: cosa significa?

    La culla dell’Italia

    Ufficialmente il toponimo, come sostengono la maggior parte degli studiosi, va ricercato nelle parole “ Oro crusus,, ( Monte d’ oro) , poichè si dice vi fossero delle cave aurifere dalle quali mai sarebbe stato estratto l’ oro. Ma vi sono anche altre ipotesi etimologiche: secondo alcuni, il nome deriverebbe da Montaurus ( Mons Taurus, Monte toro) , in quanto sulla cima del monte Paladino ci sarebbe stato un tempio dedicato al dio Toro, nel periodo in cui, secondo la leggenda, tra il Golfo di Lamezia Terme ed il Golfo di Squillace verso Reggio Calabria, territorio in cui sorge Montauro, si estendeva il Regno di re Italo ( Italo deriva infatti dall’ osco viteliu, cioè toro) , termine appunto da cui proviene la denominazione Italia; secondo altri, invece, deriverebbe da “ Mons Auronis,, ( Monte degli Aurunci) in quanto i villaggi dell’ area che va da Montepaone ( anticamente Aurunco) a Pietragrande di Montauro furono fondati dagli Aurunci, appartenenti alla stessa stirpe degli Ausoni, fatto confermato da un’ antica iscrizione nella chiesa di S. Pantaleone, il patrono ( Montis Auronis... ).

    Uno dei monumenti più significativi è la medievale Grangia ( anticamente Grancia) di S. Anna, nel 12° secolo dedicata a S. Giacomo il maggiore, patrono di pellegrini e cavalieri e difensore contro i Saraceni, distrutta dal terremoto del ‘783: la documentazione relativa ai secoli 12° e 13° è andata perduta, mentre altri documenti sono sospetti od addirittura contraffatti. Ciò che sappiamo è che divenne proprietà dell’ Ordine della potente e feudale Certosa di S. Stefano del bosco ( oggi di Serra S. Bruno) e che nel ‘192 ottenne da Papa Celestino 3° l’ autorizzazione a passare sotto l’ osservanza dei cistercensi, collegati all’ Abbazia di Fossanova, posta su uno sperone intermedio, da cui dipese per oltre tre secoli. Tra il 14° ed il 15° secolo si verificò il cambio di dedica. Per le sue dimensioni, appare unica in tutto il mondo. Era una fortificazione che serviva per difendersi dai nemici ed anche un piccolo convento dentro il quale venivano create fattorie che favorivano il commercio ed il mantenimento del territorio.

    In passato la Grangia faceva parte di un vero e proprio modello di azienda agricola a cui facevano capo i terreni ed il complesso degli stessi edifici che la costituivano. Non molto distante, nella parte orientale del borgo, si trova una delle chiese più antiche del comprensorio, la chiesa matrice di S. Pantaleone, edificio fortificato, costruito a più livelli e piani sovrapposti ( la dedica a tale santo orientale fa pensare ad una prima fondazione nel Medioevo) . L’ ingresso della costruzione ha un perfetto orientamento occidentale, mentre l’ abside presenta un orientamento orientale. Nel muro esterno del lato meridionale vi è una parte di parete lavorata in modo diverso che dà l’ impressione che in passato vi sia stato attaccato un corpo di fabbrica esterno ma congiunto alla chiesa stessa e ciò lo possono dimostrare i fori di pali ancora presenti ed un affresco interno alla chiesa che porta la data del ‘753. Al di sotto del mosaico raffigurante il santo, sulla facciata, è riportata la frase “ Ne timeas Montaure protector tuus sum,, ( Non temere Montauro, sono il tuo protettore) che si ritrova anche nell’ affresco interno a sinistra dell’ entrata, sulla base dell’ ampolla contenente il sangue di S. Pantaleone; ai lati dell’ ingresso ci sono due affreschi paesistici che ricordano l’ arrivo delle due reliquie di S. Pantaleone a Montauro, ovvero l’ arrivo del frammento dell’ osso della nuca ( rappresentato in quello settentrionale, che reca iscritta la stessa frase dell’ ingresso) e quello del sangue nel ‘753, come testimoniato dalla iscrizione ( rappresentato nell’ affresco meridionale) . Il documento più antico che fa riferimento alla chiesa montaurese porta la data del ‘569. L’ aspetto esterno non sembra quello di una chiesa; è possibile infatti che non lo fosse ( alcuni pensano che inizialmente tale struttura sia stata un castello dedicato a S. Giacomo) , o comunque se già nacque così, nacque come chiesa fortezza, anche perchè la facciata originaria era molto diversa da quella odierna: la sua recente impostazione è testimoniata dall’ epigrafe di marmo inserita nella muratura sopra il portale, con l’ iscrizione “ Terribilis est locus iste,, ( Questo è un luogo terribile) e di sotto “ Hic domus Dei est 1828,, ( Nella casa di Dio ‘828) . Tale tipologia fortificata si ritrova spesso in contesti costieri con problemi di difesa da attacchi dal mare.

    L’ edificio fortificato comunque, a giudicare dai paramenti murari, potrebbe risalire al 12° secolo. L’ altare maggiore è datato da un’ iscrizione, posta sul retro del tabernacolo, al ‘774; sul retro sono visibili i resti di un altare forse più antico; dietro l’ altare maggiore è collocato un coro ligneo intagliato del 17° secolo, sopra il quale si possono apprezzare due grandi affreschi, firmati e datati anch’ essi da un’ iscrizione posta alla base “ Dominicus Costantinus pingebat 1523,, . Nè della Grangia, nè della chiesa matrice conosciamo i costruttori.


    Una chiesa fortificata: perchè?

    Quella di S. Pantaleone è in origine una chiesa fortificata, a causa della seconda militarizzazione della Calabria, al tempo dei Turchi ( la prima avvenne al tempo dei Saraceni).

    In questa occasione la regione venne tutta fortificata e dato che occorrevano fortificazioni di tipo moderno, poichè l’ attacco al nemico era anche un rito di artiglieria e di armi moderne, occorsero muri molto grossi, con delle particolari architetture militari a spiovente. Il pericolo turco venne fugato definitivamente dalla Battaglia di Lepanto: tuttavia le incursioni, le minacce ed i rapimenti non cessarono del tutto. I Turchi, comunque, non minacciarono più militarmente: dopo Lepanto, la superiorità militare ed anche umana del mondo occidentale è tale che i Turchi rinuncino alle pretese di conquista. Per questo, l’ armamentario militare, imponente ma anche costoso, cominciò ad essere dismesso ed avvenne una sorta di riciclaggio.

    montauro3

    S. Pantaleone.
    Il rosone dedicato al santo si trova sulla facciata.




    Fra Templari, Rosacroce e Massoneria

    Esistono curiose e sorprendenti coincidenze in questo luogo, individuate dal ricercatore Giuseppe Pisano. Innanzitutto, Montauro si trova esattamente sulla linea retta virtuale che collega in modo geometrico Rennes- Le- Chateau con Gerusalemme, in uno dei molto pochi lembi di terraferma che separa le due località. Per quanto riguarda la Grangia, l’ abbazia a cui era collegata era templare: in essa sono tuttora presenti simboli appartenenti all’ Ordine del Tempio. Riguardo la chiesa di S. Pantaleone ( santo venerato dai Templari) , invece, vi sono numerosi elementi che la accomunano alla famosa chiesa francese di S. Maria Maddalena: l’ epigrafe “ Terribilis est locus iste,, ; una caratteristica anomala ma non rara è che i quadri della via Crucis sono disposti al contrario, in senso antiorario; eccettuando le statue di S. Francesco da Paola donata nel ‘35 da una famiglia del luogo, di Gesù e Maria Santissima ( del Rosario, Immacolata ed Addolorata) e del patrono, le statue rimanenti di S. Giuseppe, S. Rocco, S. Alessandro, S. Antonio e S. Lucia formano, con le lettere iniziali, la parola “ Graal,, ; le statue della Madonna e di S. Giuseppe portano entrambe Gesù tra le braccia; sulla lapide che ricorda il curato Jean Jacques Olier vi è il monogramma “ Ma,, ( formato da una M con una A sovrapposta, somigliante al simbolo massonico della squadra e del compasso incrociati) inciso su un’ ostia raffigurata alla base dell’ altare della Madonna del Rosario ed è una rappresentazione posta sopra la raffigurazione di un calice; in alto sulla destra dell’ altare maggiore è posta la prima stazione della via Crucis nell’ angolo nordorientale; sul quadro di quest’ ultima si trova un soldato franco ( e non romano) con un elmo simile a quello utilizzato dalle truppe di Dagoberto 2° ( l’ ultimo sovrano dei Merovingi) ed il cielo al tramonto; i livelli sotterranei, in cui è presente la cripta, non sono stati portati alla luce completamente, anche se molti montauresi sono pronti a giurare che verso la metà del secolo scorso vennero effettuati alcuni lavori, tra cui quelli relativi alla messa in opera della nuova pavimentazione e fu rinvenuto uno scheletro su una poltrona; si possono riscontrare lapidi votive con lettere rialzate e date sbagliate, alcune delle quali evidenziano più volte la datazione ‘781, anno coincidente con la stele di Marie de Nègre, la tomba più celebre del cimitero di Rennes-Le-Chateau, la quale apparteneva allo stesso ceppo di Jacques Etienne Marconis de Nègre, che nell’ ‘838 fonderà il rito massonico di Memphis ed il marito era discendente diretto di Bertrand de Blanchefort, Gran maestro dei Templari.

    Ma i misteri della chiesa non finiscono qui: la scritta che appare nella parte inferiore dell’ iscrizione su marmo inserito nella muratura “ Hic domus Dei est 1828,, riporta una data singolare in cui ricorre il settecentesimo anno dall’ approvazione della regola dell’ Ordine templare ( ‘128) ed è inoltre l’ anno in cui ha inizio la vicenda dei Neotemplari della Chiesa gioannita dei cristiani primitivi, fondata da Fabrè Palaprat; il corpo di fabbrica esterno potrebbe essere stato una Precettoria templare e la chiesa un vero e proprio tempio dei Cavalieri; c’ è chi dice che tra le varie tombe rinvenute nella chiesa montaurese ne fu trovata una appartenente ad una donna d’ alto lignaggio; sempre all’ interno si possono scorgere enigmatici stemmi ( raffiguranti il cerchio, la corona e le foglie d’ acanto) , un dipinto della volta dell’ abside raffigurante il cielo stellato e la discesa dello Spirito santo su Maria e gli Apostoli, gigli bianchi; al centro della croce in pietra ( di tipo templare) , posizionata sul portale d’ ingresso, vi sarebbe stata una rosa ( simbolo dei Cavalieri bizantini di Rodi o della Rosa ai quali si ispirarono i Templari ed i Rosacroce) . Infine, uno scoop: nella cripta, oggi murata, anni fa durante dei lavori sono state scattate alcune foto, solo di recente rese note, in cui si può notare una lapide marmorea con raffigurate due stelle a sei raggi ( simboli associati ad ambienti legati ai Templari) . Dove finisce la Storia, inizia la leggenda.


    Enigmi a spasso per le vie

    Sono stati rinvenuti simboli particolari in vari luoghi. Ad esempio sui portali di alcuni palazzi gentilizi ( è il caso del Palazzo Di Florio, oggi Spadea) , mentre nella centrale Piazza Zanardelli è ancora ben visibile la “ Croce di Salomone,, o “ Nodo di Salomone,, inciso su granito; è inoltre possibile scorgere, su alcune rocce, l’ incisione del cerchio sormontato da una croce con una S, che potrebbe rappresentare un’ antica segnalazione utile a delimitare i terreni appartenenti ai monaci del monastero di S. Stefano del bosco ( oggi Certosa di Serra S. Bruno).

    montauro1

    Simbolo templare.
    E’ inciso su una lastra, trasformata in seguito da qualcuno come gradino della propria casa.



    montauro2

    Un Cavaliere Templare?
    In questo palazzo ci sarebbero strani cunicoli, tesori nascosti ed una cappella privata.



    Per chi volesse approfondire l'argomento, segnalo il libro "La Grangia di Montauro ed il suo territorio", di Marialetizia Buonfiglio, edito da Ursini.
     
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